caso in campidoglio
Rifiuti a Roma, la Giunta Raggi fa dietrofront. "Portarli in Emilia costa troppo"
L’Epifania avrà anche portato via le feste ma a Roma ha lasciato due cose: i rifiuti e le polemiche sulla “monnezza” divenuta oramai un ring fra opposte tifoserie. Da una parte c’è uno stato dei fatti certificato da migliaia di foto e da chiunque giri per la città: i cassonetti traboccano di rifiuti e le strade sono sporche come mai prima. A Castel Giubileo - dove dall’epoca Marino c’è la differenziata porta a porta - da 15 giorni Ama non ritira la plastica e, dopo 2 settimane di assenza, giusto ieri ha parzialmente ritirato la carta. Al Prenestino i cassonetti sono svuotati a macchia di leopardo per cui ci sono strade con i secchioni svuotati e, girato l’angolo, con sacchetti strabordanti ovunque. Ma ovunque le strade sono proprio sporche, piene ancora dei resti dei fuochi d’artificio di Capodanno (sparati in barba alla ridicola e risibile ordinanza Raggi sui botti emanata il 30 dicembre e valida dal 31 dicembre al 1 gennaio). Esquilino, Ostia, Portuense, Bravetta, Tiburtino: non c’è quartiere di Roma in cui si possa dire “è tutto pulito”. Poi ci sono le polemiche, che olezzano tanto quanto i rifiuti. "A Roma il sistema di raccolta ha tenuto, pur di fronte all'impennata di produzione dei rifiuti del periodo natalizio. Siamo intervenuti riportando le situazioni di criticità alla normalità. Le polemiche non ci interessano e soprattutto non interessano ai cittadini''. Ce lo fa sapere l'assessore all’Ambiente Pinuccia Montanari che ci omaggia della spiegazione che l'ipotesi di mandare la mondezza in Emilia Romagna è rientrata "in un profilo di misura cautelativa". Del resto è la stessa Montanari che dichiarò di non aver mai visto un topo per Roma. Poi, come se l’Amministrazione Raggi si fosse insediata una settimana fa, il solito ritornello del "è colpa di chi ci ha preceduto": "Coloro che oggi puntano il dito hanno delle gravi responsabilità per la situazione impiantistica di Roma. Noi stiamo lavorando in silenzio e abbiamo invertito la rotta. Sono pronti tre progetti, per le cui aree abbiamo avviato l'iter. Confidiamo di depositare in Regione tutto entro gennaio 2018. Stiamo dando ad Ama risposte strutturali per rilanciare l'azienda. Noi porteremo la raccolta differenziata porta a porta a 490.000 abitanti e arriveremo nel corso del 2018 a 1,2 milioni di cittadini. Il primo test con il quale ci siamo misurati, il porta a porta nel quartiere ebraico, ha portato ottimi risultati: l'85% di raccolta differenziata e nessun rifiuto a terra. E stiamo procedendo in quella direzione. Quindi le accuse di inefficienza le rispediamo al mittente". A sostegno delle dichiarazioni della Montanari, si schiera la pattuglia pentastellata che sulla propria pagina Facebook esulta: "Roma ha retto alla valanga di rifiuti che ogni anno, da sempre, invade tutte le città italiane nel periodo delle festività natalizie. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, oltre 1.000 tonnellate in più di rifiuti sono state raccolte e avviate a trattamento. Roma ha oltre 60mila cassonetti per strada e per uno che straborda ce ne sono dieci puliti. Ma in tv ci va sempre quello pieno. Chissà perché. Il Pd la campagna elettorale vuole farla sulla pelle dei romani. Ama ha rafforzato la sua flotta con 280 nuovi mezzi per la raccolta. Chi oggi fa polemica, per oltre dieci anni non ha acquistato mezzi nuovi. Se oggi possiamo resistere alle tariffe stratosferiche che ci impone l'Emilia Romagna governata dal Pd di Renzi è anche perché abbiamo blindato con un contratto-ponte di 18 mesi gli impianti privati di Roma mettendo in sicurezza la città. In oltre 30 anni, mai nessuno prima di noi l'aveva fatto". Certo, peccato che gli ultimi mezzi Ama - quelli rossi che girano oggi per le strade - li acquistò la Giunta Alemanno dopo aver ristrutturato il debito Ama con le banche. E peccato che è stata Ama stessa a chiedere alla Regione di poter mandare i rifiuti in Emilia Romagna. Ovviamente, dall’altro lato il Partito Democratico spara bordate pesanti la cui sostanza è che i 5Stelle negano il problema mondezza per non disturbare la campagna elettorale di Di Maio.