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Sfasciacarrozze, una presa in giro lunga 30 anni

Dovevano spostarli fuori dal Gra dagli anni '90, sono ancora tutti al loro posto. E l'illegalità dilaga

Mary Tagliazucchi
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Sono più di 100 gli sfasci e gli autodemolitori disseminati nella Capitale. Un business proficuo con poche luci e molte ombre. Un fenomeno da tempo sfuggito di mano all'amministrazione capitolina, ma non ai cittadini romani che, fra i fumi tossici provenienti dai roghi dei campi rom, e i materiali inquinanti di queste discariche a cielo aperto, ogni giorno si vedono negato il sacrosanto diritto alla salute. Un mix di inquinamento e degrado che prosegue imperturbabile davanti agli occhi di tutti. Un problema che resta sempre lo stesso da oltre 20 anni, da quando era stata decisa la delocalizzazione degli impianti in predisposte aree fuori dal raccordo anulare. Ma le consuete lungaggini burocratiche non hanno portato a nulla di conclusivo. E, come si è potuto constatare nella recente seduta della Commissione Ambiente, dove erano presenti (oltre che gli uffici del Dipartimento della Tutela Ambientale), anche... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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