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Roma, ai Casamonica sequestrati beni per 2 milioni di euro

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Mani su un ristorante e un cavallo purosangue da corsa

Mary Tagliazucchi
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Duro colpo per alcuni componenti del pericoloso clan dei Casamonica, la nota famiglia rom che da tempo spadroneggia nella Capitale. Uno spiegamento di oltre 50 uomini della Guardia di Finanza, sta infatti procedendo al sequestro del patrimonio aziendale e dei relativi beni di quattro società di capitali e una ditta individuale. Ognuna operante nel commercio di autovetture. Nella lista dei sequestri un ristorante, un cavallo purosangue da corsa e nove unità immobiliari. Per non parlare dei rapporti finanziari che portano ad un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro. Un capitale che, come è facile pensare, non veniva assolutamente dichiarato al fisco, dove al contrario venivano dichiarati modestissimi redditi. I sequestri sono scattati da parte dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, subito dopo il decreto di sequestro emesso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, su diretta richiesta della direzione distrettuale Antimafia capitolina nei confronti di sei persone. Il provvedimento è avvenuto subito dopo le intense indagini da parte degli specialisti del G.I.C.O, del Nucleo di Polizia Tributaria, coordinati dalla Dda del procuratore aggiunto Michele Prestipino. Le indagini in poco tempo hanno portato direttamente a Abramo di Guglielmi, alias “Marcello Casamonica”, Angelo di Guglielmi, alias “Robertino Casamonica”, Romolo Cerello e Giulia di Guglielmi, conosciuta come “Pamela”. Una “macchina da soldi” ben organizzata a cui facevano capo personaggi dai “pesanti” precedenti penali come delitti, estorsione, usura, truffa e traffico di armi e stupefacenti. In particolar modo le indagini si sono focalizzate su Sabatino e Consiglio Di Guglielmi. Entrambi figli di Abramo, alias “Marcello” risultati prestanome dell'ingente patrimonio mobiliare e immobiliare, nonostante i due non avessero svolto nell'ultimo periodo alcun attività lavorativa tale da giustificare l'acquisizione di ingenti capitali. La pericolosità sociale dei soggetti e la conclamata sproporzione tra il reddito “falso” dichiarato e quello “reale”, ha portato al sequestro e alla confisca dell'intero patrimonio riconducibile ad essi, come previsto ai sensi del Codice Antimafia. I Casamonica, il clan di zingari più temuto a Roma, ormai fanno parte integrante della criminalità romana. Grazie anche ai loro stretti e proficui rapporti con la camorra e la ‘ndrangheta sono riusciti, in poco meno di cinquant'anni (arrivarono nella capitale agli inizi degli anni '60), a metter su un ingente patrimonio grazie anche al traffico di droga e di auto rubate. Cinecittà, la Romanina e Tor Bella Monaca sono i loro “quartier generali” dove (alcuni di loro) gestiscono affari illegali fra violenza, usura e intimidazioni quotidiane.

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