San Camillo e 58 medici sospesi. La difesa del sindacato: "Stop caccia alle streghe"
Bufera sull'attività privata svolta in ospedale. L'Anaao: infrazioni scoperte a orologeria
Sospetti e veleni sull'attività privata svolta in ospedale: 58 medici sospesi dal 1 dicembre all'ospedale San Camillo di Roma. E L'Anaao difende i colleghi contro la caccia alle streghe. E attacca: "Sì"al "rispetto delle regole, perché altrimenti è sempre il più debole che perde: il cittadino". Ma "No" alla "caccia alle streghe". Questa, in sintesi, la posizione dell'Anaao dell'ospedale romano San Camillo sui recenti provvedimenti di sospensione di alcuni medici - 58 su oltre 700 - per presunti illeciti nello svolgimento della libera professione. Il sindacato chiede che siano "garantiti due principi inalienabili: ogni illecito deve essere debitamente dimostrato dagli uffici deputati al controllo e ogni persona colpita da provvedimento deve avere il diritto di difendersi". "Di fronte ad illeciti comprovati, non alzeremo alcuna difesa d'ufficio - prosegue la sigla in una nota - ma di fronte a eventuali provvedimenti che non trovassero poi riscontro oggettivo, chiederemo con forza che venga non solo cancellata la sanzione, ma anche ripristinata l'onorabilità del dirigente stesso e verificati i motivi dell'ingiusta sanzione". La segreteria Anaao ci tiene a precisare di «non aver mai cercato di "coprire" illeciti comportamenti nell'esercizio della libera professione. Ha difeso il diritto di esercitarla nel rispetto della legge. Quello che sconcerta è il troppo tempo trascorso senza che fossero dati, dagli uffici aziendali deputati al controllo, segnali che erano in corso comportamenti anomali. Sconcerta altresì, che non siano stati dati congrui preavvisi agli interessati prima dell'erogazione delle sanzioni. È colpevole anche il ritardo con il quale si '"scoprono" presunte infrazioni». Il sindacato chiede dunque all'azienda ospedaliera «di procedere, dove riconosciuto il comportamento anomalo, secondo regolamento, modulando le sanzioni in base all'effettiva entità del dolo (in alcuni casi si tratta solo di mero errore amministrativo, senza appropriazione indebita di denaro o interferenza con le attività istituzionali). Chiediamo però di verificare perché i presunti illeciti siano stati rilevati e comunicati con ritardo», confidando che «la dirigenza aziendale consideri ogni caso con la dovuta diligenza e prudenza». «Ricordiamo che l'attività libero professionale rappresenta solo il 5% dell'intera attività dell'azienda e respingiamo ogni tentativo di gettare discredito sull'intera categoria dei dirigenti medici e sanitari che, con enormi sacrifici, documentati dall'elevatissimo numero di ore di lavoro non remunerate e dall'altrettanto elevato numero di giorni di ferie non goduti, si sforzano di garantire a tutti i cittadini i livelli essenziali di assistenza, in un ospedale a cui sono state sottratte negli ultimi anni enormi risorse, in termini di posti letto e personale», conclude l'Anaao.