VERSO IL BALLOTTAGGIO
Il voto a Ostia ridotto allo scontro sugli Spada
Seggi blindati dai militari, come nemmeno ai tempi dell’operazione "Vespri siciliani". Manifestazioni per la libertà della stampa che ricalcano invece quelle delle "lenzuola bianche" del ’92 in Sicilia (quando nell’isola la mafia compiva stragi come quelle di Capaci e via D'Amelio). Interrogazioni parlamentari del Pd sulla presunta «corruzione elettorale» per dei pacchi di pasta regalati agli italiani indigenti per solidarietà da CasaPound. E, solo ultima in ordine cronologico, il foto-gate (o macchina del fango che dir si voglia) che cerca di collegare ogni membro della famiglia assimilabile al clan Spada ad esponenti politici di destra, come Luca Marsella e Giorgia Meloni. Parliamo di Ostia che domenica andrà al voto per il ballottaggio, anche se qualcuno sta seriamente cercando di trasformare questa porzione di Roma nel set di una docufiction de Il Padrino 2.0 e non una realtà strategica con una serie di problemi da risolvere nell’interesse di tutti i cittadini. Da giorni infatti – nei media e per i 5 Stelle – non si fa altro che utilizzare il clan Spada come argomento forte della campagna elettorale o di quella politica (per distogliere l’attenzione dai guai del governo e dei democrat). Ieri, addirittura, da una parte c’è stato chi nel Pd, come Nicola Zingaretti, partecipando alla manifestazione della Fnsi e di Libera (dove una troupe de La7 si è ritrovata le gomme dell’auto forate) ha commentato i fatti come se il proprio partito non fosse quello coinvolto nel commissariamento del Municipio, dall’altra c’è chi ha tentato il colpaccio. Per l’esatezza il sito Fanpage che ha pubblicato una foto che ritrae Monica Picca, candidata per il centrodestra al X, assieme a Giorgia Meloni. Accanto alle due, presenti a un evento a sfondo benefico, si vede un uomo individuato come Silvano Spada, appartenente alla famiglia accusata di gestire la malavita ad Ostia (tutto questo nello stesso giorno in cui Roberto Spada, il protagonista dell’aggressione al giornalista di RaiDue, è stato trasferito in un carcere di massima sicurezza a Tolmezzo, in provincia di Udine). La foto non poteva non scatenare gli esponenti dei 5 Stelle che non hanno perso tempo a cavalcare la vicenda a nemmeno 24 ore dall’arresto per estorsione di uno dei loro candidati in Sicilia. «Dopo la foto con alcuni esponenti del clan Spada, Giorgia Meloni e la candidata FdI al X Municipio, dovrebbero prima chiedere scusa ai cittadini e poi andarsi a nascondere – ha attaccato il deputato Danilo Toninelli -. È inconcepibile che una persona che si candida a governare un Municipio sciolto per mafia, vada a braccetto con esponenti della famiglia Spada». Pronta la risposta di Meloni (che ha annunciato querela al pentastellato): «Udite udite! Scoop della giornata – ha scritto su Facebook -. Tra le centinaia di foto che ogni giorno faccio in giro per l’Italia, incontrando i cittadini, c’è anche questa foto pubblicata dal sito Fanpage, scattata quando ho visitato ad Ostia la sede di un’associazione che si occupa di disabili, che mi ritrarrebbe con una persona (che come chiaramente si vede si è infilata nella foto come fosse il Paolini della situazione, se non è stato mandato da qualcuno) che dicono faccia Spada di cognome». Davanti a questo attacco, ha continuato Meloni, «sarò a Ostia per il comizio finale e ribadirò ancora una volta che FdI è contro ogni mafia e che non accetta lezioni da nessuno, né dal M5S che in Sicilia candida persone arrestate per estorsione né dal Pd che è responsabile del commissariamento per mafia di Ostia». Dello stesso tono la replica di Picca, che ha ricordato come proprio uno degli Spada non ha mancato di manifestare pubblicamente il proprio sostegno politico ai 5 Stelle: «Credevo mi temesse solo la Di Pillo, che sfugge ai confronti, ma a quanto pare tutto il M5S è alla frutta, probabilmente terrorizzato da una mia vittoria che rappresenterebbe un avviso di sfratto per la Raggi». E poi, riferito a chi di "spada" cerca di ferire, l’ultima stoccata: «Resta il fatto che Fratelli d’Italia ad Ostia non ha mai preso voti dagli Spada e nemmeno li vuole, a differenza dei grillini che non solo hanno endorsement pubblici dal clan più famoso del Decimo Municipio ma addirittura hanno avuto pubbliche dichiarazioni di voto».