Inchiesta sui soldi Ama ai consulenti
La Corte dei Conti ipotizza un danno di 5 milioni dal 2013 al 2015. All'ex assessore Paola Muraro in tre anni elargiti oltre 500 mila euro
Le amministrazioni variano, mail «vizio» che le accomuna è sempre lo stesso. Pur avendo a disposizione uno studio legale interno, vengono pagati avvocati esterni, scelti tra l'altro senza indire una gara pubblica. Dopo l'inchiesta su Consip e sul Comune di Fiumicino, anche l'Ama è finita nel mirino dei pm della Corte dei conti per l'affidamento ingiustificato di consulenze, pareri e patrocini legali. Dal 2013 al 2015 ammonta a circa 5 milioni di euro la cifra che l'azienda capitolina dei rifiuti ha dovuto sborsare per questa voce di spesa, assicurando laute parcelle ad avvocati amministrativisti e tributari; ma anche a consulenti come l'ex assessore della giunta grillina Paola Muraro, che per quasi un decennio ha avuto dalla municipalizzata una rendita fissa. L'entità della somma – cioè i 5 milioni – ha attirato l'attenzione in primis dell'Autorità nazionale anticorruzione. Tant'è che a settembre dell'anno scorso Raffaele Cantone aveva scritto alla società che si occupa della raccolta dei rifiuti a Roma, elencando «irregolarità e omissioni negli affidamenti» e annunciando un procedimento di vigilanza. In quella missiva l'Anac avvertiva l'Ama che avrebbe dovuto fornire una giustificazione, non solo riguardo i soldi spesi per i consulenti, ma anche sull'utilizzo delle procedure negoziate al posto delle gare aperte a tutti i concorrenti, come impone la legge. Dai dati estrapolati dal Nucleo Anticorruzione della Guardia di Finanza è emerso, infatti, che nel 2013 l'azienda dei rifiuti non ha fatto gare per importi pari al 54,6%, nel 2014 per il 48,7% e nel 2015 per il 55,8%. Sotto questo grande ombrello rientra anche il capitolo degli incarichi affidati «a pioggia» agli avvocati esterni. Nella nota di Cantone si fa esplicito riferimento alla... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI