Roberto Spada fermato per lesioni e violenza privata
Dopo la testata a Daniele Piervincenzi, giornalista di Nemo
La testata che ha colpito in pieno volto il giornalista Daniele Pervincenzi ha già prodotto conseguenze giudiziarie: Roberto Spada è stato fermato e adesso si attende che il gip del tribunale di Roma convalidi o meno le accuse a carico del fratello di Carmine Spada, il cui curriculum criminale è già noto alle cronache. I carabinieri del nucleo investigativo e della compagnia di Ostia lo hanno preso tra le urla e gli insulti elargiti da un gruppo di ragazzi. L'accusa formulata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dai sostituti Ilaria Calò e Giovanni Musarò è pesante: violenza privata aggravata dal metodo mafioso. L'aggressione al giornalista di Nemo (Rai2), e del cameraman Edoardo Anselmi, è stata portata a termine, secondo gli inquirenti, con violenza e minacce. Proferendo parole che miravano a intimidire. Pur sapendo che le telecamere avrebbero immortalato ogni istante, Roberto Spada ha agito, sostiene l'accusa, come sono soliti fare i membri delle associazioni a delinquere di stampo mafioso: in luogo pubblico, con le armi, arrogandosi il diritto di decidere chi poteva stazionare in una via pubblica, nella zona frequentata dagli Spada. Per Roberto Spada quelle vie rappresentavano una zona franca in cui bisognava stare attenti, prima di proferire alcuna parola. Anche per questo il ragazzo è stato fermato. Per aver agito con metodi da mafioso. E intanto anche la Federboxe ha aperto un'inchiesta passando le “carte” alla “Procura Federale che sta procedendo per comportamenti gravemente lesivi dell'immagine della Federazione e in violazione del codice etico del Coni". Le indagini della procura di Roma vanno avanti: alla caccia dei possibili complici. Perché allontanandosi dal luogo dell'aggressione il giornalista non ha ricevuto aiuto da chi era sul posto e poteva intervenire. Nel frattempo su Roberto Spada la palla passa al gip.