LA CORSA A NOVE

Mafia, fascismo e immigrati: scintille sul voto a Ostia

Antonio Rapisarda (video Pasquale Carbone)

Domenica prossima è "l'Ostia day", il giorno in cui si voterà per il rinnovo del X Municipio della Capitale sciolto due anni fa per infiltrazioni mafiose con tanto di arresto del presidente Andrea Tassone del Pd. Il Tempo ha ospitato un forum – vivace e partecipato – con tutti i 9 candidati per la presidenza dell'importante municipalità che conta da sola più di 180mila elettori. In ballo, come abbiamo scritto più volte, non vi è solo la vittoria nel X ma il voto di Ostia avrà delle inevitabili ripercussioni nazionali: dalla crisi o meno del Movimento 5 Stelle dopo un anno e mezzo di Raggi al centrodestra che ritorna unito, da un Pd capitolino (e non) che fatica a rialzarsi all'arrivo degli outsider di CasaPound dati da tutti i sondaggi intorno a un sorprendente 10%. Ecco, in rigoroso ordine alfabetico, le principali posizioni emerse durante il dibattito introdotto dal direttore del nostro giornale Gian Marco Chiocci. Eugenio Bellomo - Sinistra Unita Il candidato di Sinistra Unita, che tiene molto a rivendicare la sua distanza politica dal Pd, nella sua presentazione ha esordito dicendo che chiederà alla sindaca Raggi «di attuare la legge sulla città metropolitana. Da presidente chiederò depositerò la nascita del Primo Comune metropolitano». A una delle due questioni poste dalla redazione Bellomo ha risposto che Sinistra Unita è sì un auspicio programmatico perché «abbiamo lasciato degli spazi sociali e politici vuoti e qualcuno li ha occupati. Occorre tornare nelle periferie, tornare nei quartieri, fare le cose che faceva la sinistra popolare negli anni '60 e ’70». Andrea Bozzi - Lista civica per l'Autonomia Per il candidato più “indipendentista” tra i nove il tema dell'autonomia non poteva che essere centrale: «Noi siamo entrati in campagna elettorale nel nome dell’autonomia. Se governeremo la Municipalità farò una mozione indirizzata al Campidoglio, chiedendo una legge sulla città metropolitana». Nel concreto? «Attivare la riforma della città Metropolitana significa avere chiaro come la politica romana si sia concentrata soprattutto su Roma Nord. Davanti a questo noi crediamo che i tempi rispetto al passato siano maturi: vogliamo l’autonomia, perché avremo più personale, più dipendenti per il territorio». Franco De Donno – Laboratorio civico X, Mdp, Insieme e Sinistra Italiana Il sacerdote che tanto scompiglio ha creato con la sua candidatura (che ha spaccato anche pezzi di sinistra capitolina) ha una missione "laica": «Roma è un mosaico degradato. Le tessere vanno rimesse al loro posto. Dopo aver messo in atto ciò che è istituzionale rimettendo a posto le commissioni chiamerò le varie realtà sociali per ricomporre le fratture». Al parroco abbiamo chiesto, però, se questa sua candidatura, molto vicina alle istanze della sinistra immigrazionista, non possa essere divisiva nella società: «Io agisco con la Caritas, con il comandamento dell’amore. Nel mio pensiero non esistono immigrati, rom ma persone che hanno diritto alla dignità. La Costituzione è al centro del mio pensiero laico. Per me l’impegno è per la persona, senza distinzione di etnia». Athos De Luca - Pd «Liberare il mare, che non ci sia più lavoro nero tra gli operatori del mare. Allo stesso tempo, poi, intervenire una volta per tutte sul dissesto idrogeologico». Questo il primo punto programmatico dell'esponente del Pd, partito chiamato a dare risposte politiche dopo la débâcle subita contro la Raggi e dopo il commissariamento per mafia del X Municipio governato dal centrosinistra. Proprio riguardo il confronto con l'attuale sindaco di Roma De Luca è convinto di potersi giocare le proprie chance: «Gli elettori adesso dovrebbero capire che con la casalinga di Voghera non si governano le città. Noi abbiamo messo un’avvocatessa ma con risultati disastrosi. Mi auguro che cominciando dal X Municipio si torni a scegliere un candidato che in questi tre anni riesca a cambiare qualcosa. Un candidato che abbia competenza, passione politica e coraggio». Giuliana Di Pillo – Movimento 5 Stelle Securitaria la proposta della candidata grillina, una dei quattro che si contende il ballottaggio: «Puntiamo sulla sicurezza: sull'aumento della polizia locale e delle telecamere, lavorando in sinergia con le Forze dell’Ordine. Assieme a questo occorre lavorare sul piano di emergenza anti-alluvione che in questo momento non c’è». All'esponente dei 5 Stelle abbiamo chiesto, tra le altre cose, se non tema l'effetto Raggi: «La Raggi ha ereditato una città con 13 miliardi di debito, una città in macerie – ha risposto -. Prima occorre togliere le macerie e poi ricostruire. È quello che sta faendo. Sono state fatte molte cose di cui non si parla: dalla maratona della Pace al progetto stadio. Noi stiamo lavorando per tutte le scuole di Ostia, finite e non consegnate». Giovanni Fiori – Popolo della Famiglia Il primo punto per l'esponente vicino ai temi eticamente sensibili è il «ripristino della legalità sul territorio: fare un'operazione trasparenza sulla dichiarazione dei redditi di chi governa. L'altra emergenza è combattere il degrado con strade, segnaletiche e nuova illuminazione a led». Incalzato sui temi del welfare e delle politiche per la famiglia il candidato del Pdv ha risposto così: «Noi faremo di tutto per promuovere i matrimoni. Daremo un premio a tutte le coppie che decidono di sposarsi, a tutte le coppie under 35. Assieme a questo dal terzo figlio faremo in modo che sia la Municipalità a pagare la retta degli asili nido». Marco Lombardi – Noi del X Municipio L'esponente della società civile promette massima attenzione per la legalità. Ad esempio «sull’applicabilità della sentenza della Corte di Giustizia del 14 luglio 2016 delle concessioni balnearei. Occorre rifare i bandi, farli subito e con criterio». Quanto poi alla spendibilità o meno di un modello che non comprende i partiti Lombardi ha ribadito la necessità di una proposta del genere nel X Municipio: «Noi portiamo un valore aggiunto. Nella mia proposta esiste uno spazio per i temi della disabilità e della cultura. Un modello a cui ci rifacciamo è Napoli, dove c’è stato un sindaco come De Magistris, che ha dimostrato di saper dare risposte in termini sociali, economici e culturali». Luca Marsella - CasaPound L'esponente delle tartarughe frecciate, che potrebbe essere la sorpresa di questa tornata elettorale a quanto sostengono i sondaggi, come primo punto ha messo «lo sgombero dell'ex colonia Vittorio Emanuele occupata dagli immigrati, a cui in precedenza sono state pagate pure le bollette. Dal punto di vista della promozione, invece, occorre lavorare perché il turismo a Ostia sia destagionalizzato». A Marsella, poi, è stato chiesto un chiarimento sulle polemiche che riguardano i rapporti tra il candidato e uno dei famigliari del clan Spada, immortalato con lui in una foto: «Sono attacchi trasversali e strumentali che vengono da tutti gli schieramenti – ha replicato -. Noi abbiamo sempre spiegato le ragioni di quella foto. Ossia, Cpi non si chiude dentro gli uffici: sta nei quartieri popolari e io da presidente non mi chiuderò in un ufficio. Noi aiutiamo 250 famiglie di italiani e difendiamo i connazionali dagli sfratti. Tutto ciò mentre il parroco De Donno difende i rom...». Monica Picca – FdI, Noi con Salvini, FI, Liberi Il centrodestra capitolino ha ritrovato la sua unità sostenendo Monica Picca, esponente del partito di Giorgia Meloni. Al primo punto della sua proposta c'è «un assessorato alla Legalità che si interfacci con le Forze dell’Ordine: dobbiamo agire immediatamente, dopo 2 anni di commissariamento e reintrodurre anche il poliziotto di quartiere e il controllo del vicinato». In un eventuale ballottaggio la candidata di centrodestra non chiederà apparentamenti con nessuno: «Noi ci appoggeremo ai cittadini. Ma soprattutto quello che sta nascendo in questa tornata del 5 novembre sarà un laboratorio importante a Ostia come in Sicilia. Per ciò che ci riguarda dal X Municpio e non solo da Ostia, partirà l’avviso di sfratto alla Raggi».