Filippina in cella. Era il pusher della comunità romana
Vendeva la droga shaboo
Era diventata il punto di riferimento dei suoi connazionali. Era diventata una certezza. Una donna filippina di 37 anni si era infatti creata la sua clientela fissa: dovevano essere esclusivamente della sua "comunità": quella, appunto, filippina. La spacciatrice, infatti, vendeva la sostanza stupefacente shaboo in mezzo alla strada, precisamente in piazza dei Cinquecento, soltanto a connazionali. E proprio durante il passaggio della dose, è stata bloccata e arrestata dai carabinieri che erano in servizio nella zona in borghese. Da tempo la filippina era tenuta sotto controllo, proprio per i suoi "strani" incontri dei giorno e di notte. I clienti, infatti, sapevano che potevano trovarla tutto il giorno. Le dosi di shaboo le occultava nelle confezioni di chewing gum, pronte ad animare le serate proprio della comunità filippina nella Capitale. Ma qualcosa è andato storto per la 37enne delle Filippine. I militari, seguendo i suoi movimenti sospetti mentre avvicinava i suoi connazionali, l'hanno sorpresa a cedere alcune dosi di droga a un uomo di 35 anni. Dopo aver trovato nelle sue tasche diverse dosi di shaboo, i carabinieri hanno deciso di perquisire anche il suo appartamento, dove hanno trovato altro stupefacente: 350 dosi pronte alla vendita illecita e molto denaro contante. Questa sostanza è proprio definita la "droga dei filippini". Ha effetti devastanti per il fisico e la mente, ci si sente invincibili. Poi il down. Un pusher aveva infatti raccontato che "nella seconda guerra mondiale, i soldati giapponesi stavano in piedi grazie allo shaboo. La droga gli permetteva di rimanere in trincea anche per un giorno e una notte senza il minimo cedimento. Perché è così che in un primo momento funziona: ti senti Superman, non hai bisogno di mangiare e bere, non avverti la necessità di dormire, per tacere di come stai sessualmente, altro che Viagra... Sei felice, euforico. Potresti spostare montagne con una mano. Se gli altri camminano, tu corri; se gli altri corrono, vai veloce come su una moto. Ti sembra d'essere invincibile, al ritorno dal lavoro porti i bambini al parco e la moglie a cena, poi chiami gli amici e fai un giro anche con loro". E ancora: "C'è chi va avanti così anche per tre o quattro giorni. Fin quando scende il down. A me capita di stare nel letto per trentasei ore. Provano a svegliarmi a sberle e non mi accorgo di niente. Fai una fatica atroce ad alzare la gamba. Per cambiare posizione servono mille tentativi. Appena ti riprendi, devi trovare un'altra dose. Subito. Sei disperato, angosciato, vuoi morire. Ho provato anche la cocaina ma la dipendenza dello shaboo non ha eguali. È impossibile disintossicarsi. Ho perso il lavoro o non pagavo l'affitto da quattro mesi".