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Contagiate con l'Aids, l'untore rischia l'ergastolo

Riccardo Di Vanna
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Ha preteso e ottenuto rapporti sessuali non protetti con decine di ragazza, pur essendo consapevole di avere il virus dell'Hiv. Per questo, Valentino T., trentenne romano finito a processo con le accuse di lesioni gravissime ed epidemia dolosa, rischia ora l'ergastolo con isolamento diurno per due anni. La condanna è stata sollecitata dal sostituto procuratore Elena Neri, subentrata al pm Francesco Scavo. “Su questi contagi c'è la firma dell'imputato”, ha spiegato il magistrato nel corso della sua requisitoria, dopo aver trattato, caso per caso, ogni singolo episodio contestato al ragazzo. L'intenzione del giovane, ha evidenziato il pm in diversi passaggi della sua requisitoria, era quella di infettare le sue partner, senza farsi scrupoli nemmeno per due donne che, all'epoca dei fatti, aspettavano un bambino. Una di queste, poi risultata sieronegativa, ha rifiutato le pressanti richieste dell'imputato di avere rapporti non protetti. “E' una cosa aberrante – ha rammentato il pm – Quando Valentino scopre che la partner era incinta di suo marito le chiede ripetuti rapporti senza precauzioni, perché ormai non servivano anticoncezionali. L'infezione può essere mortale, si attacca al feto. C'è dolo, e c'è malvagità in questo. E' una cosa che il tribunale deve tenere in considerazione. Quella ragazza ha tentato il suicidio, in attesa di sapere se il figlio avesse contratto il virus”. L'imputato, ha spiegato ancora il magistrato rivolgendosi ai giudici della prima Corte d' Assise, nell'aula bunker di Rebibbia, “secondo la statistica avrebbe potuto contagiare dalle 2 alle 5 persone, ma ne ha contagiate 32. E non le ha contagiate per cause indipendenti dalla sua volontà, ci ha provato in tutti i modi”. Un ultima riflessione del pm è rivolta alle vittime: “Sono ragazze di una generazione che non ha conosciuto l'Aids. Hanno conosciuto Valentino sui social perché per questa generazione è una modalità assolutamente normale. Voglio dire che questo non deve trasformarsi in un processo a queste ragazze, che sono state imprudenti, ma non hanno fatto nulla di illegale”. Stando alla procura, Valentino, per la sua condotta, non sarebbe meritevole delle circostanze attenuanti generiche. “Non ha mai mostrato alcun segno di pentimento – ha affermato il magistrato – ha reso dichiarazioni false ogni volta che è stato ascoltato” e non ha mai collaborato. 

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