Rilancio di Roma. Calenda: "La sindaca non mi risponde". Raggi: "Basta polemiche"
"Da dieci giorni aspetto una risposta dal sindaco Raggi, che ho visto sui giornali molto impegnata in altre cose. L'ho chiamata e non ha risposto, casomai le manderò un telegramma. Ma se non avrò risposta, io lunedì il tavolo sulla capitale lo sconvoco. Perché un tavolo su Roma senza il sindaco sarebbe una cosa naif". Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, si è stancato di aspettare una risposta dal primo cittadino della Capitale. Nei giorni scorsi aveva lanciato la proposta di lavorare insieme per affrontare i problemi che affliggono Roma. L'invito di Calenda non era solo rivolto alla Raggi, ma anche al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, al segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a quello della Cisl, Annamaria Furlan, al segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, oltre che al presidente dell'Unione degli industriali di Roma, Filippo Tortoriello, e ai rappresentanti di Confcommercio e Confartigianato. "È chiaro che un tavolo non basta per risolvere i problemi della città. Abbiamo girato il nostro materiale al sindaco e alla Regione - ha aggiunto Calenda - e ora aspettiamo. Non è un lavoro per dire se lavora bene o male, i problemi di Roma non vengono da cinque minuti fa, e non tutti sono politici. Non c'è l'intento di attribuire le responsabilità. L'obiettivo - era mettersi tutti a un tavolo, ma questo ha generato solo una "cagnara politica" che ti fa passare la voglia". "Non penso però - ha concluso il ministro - che in qualche forza politica romana ci sia la tentazione di dire "non facciamo niente, aspettiamo che passi il cadavere". La troverei una cosa fessa, perché il cadavere è quello di Roma". La Raggi, però, non accetta di passare come colei che non vuole risolvere i problemi la città che governa. E risponde così a Calenda: "Se il ministro sconvocasse il tavolo farebbe un dispetto non a me ma a Roma. Spero che il ministro non intenda prestarsi a polemiche politiche. Non è necessario un telegramma, basta semplicemente sentirsi e si fissa una data". Poi la stoccata: "E' trascorsi un anno di silenzio del governo, malgrado le nostre sollecitazioni e la colpevole assenza dell'esecutivo all'incontro dello scorso 24 giugno".