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Racket degli abusivi a Roma, occupavano le case Ater con violenza e minacce al Nomentano

Polizia

Francesca Musacchio
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Occupavano abusivamente gli immobili dell'Ater e ne impedivano l'ingresso ai legittimi proprietari con violenze e intimidazioni. Gli agenti del Commissariato Fidene-Serpentara insieme ai vigili del III Gruppo Nomentano, hanno sgominato una banda dedita al racket delle occupazioni abusive. A finire in manette sei persone, destinatarie di altrettante ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Roma su richiesta del pm Laura Condemi. L'operazione è partita nelle prime ore di questa mattina e gli indagati dovranno rispondere dei reati di tentato omicidio, porto e detenzione di armi da sparo, estorsione, nonché acquisto ai fini di cessione a terzi di sostanze stupefacenti, quali cocaina ed eroina. Le indagini sono partite il 18 febbraio del 2016 a seguito di una lite in via Nomentana per la contesa di un appartamento di edilizia residenziale pubblica di proprietà dell'Ater, tra gli assegnatari legittimi e gli occupanti abusivi. Secondo la ricostruzione degli investigatori, gli indagati “approfittando della temporanea assenza dei legittimi assegnatari, occupavano gli immobili dell'Ater nel quartiere Tufello, via Giovanni Conti, e forti della loro forza intimidatrice ne impedivano l'ingresso legittimo, fino all'utilizzo delle armi da fuoco, come successo nell'episodio di cui trattasi, con protervia e ferocia, considerata la presenza di due bambini all'interno dell'autovettura attinta dai colpi di arma da fuoco sparati ad altezza uomo”. Proprio da questo episodio gli inquirenti sono risaliti al gruppo criminale, organizzato come un vero e proprio clan familiare, che grazie alla sua forza intimidatoria gestiva il racket delle occupazioni abusive oltre a commettere altri reati come l'estorsione e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Dalle intercettazioni, così come da altri tipi di indagini, gli investigatori hanno individuato all'interno del gruppo D.G., un personaggio già noto alle forze dell'ordine per una condanna per omicidio doloso, oltre che per rapina e violazione della normativa sugli stupefacenti. Sono in corso approfondimenti investigativi per valutare la posizione di altre persone che in vario modo fiancheggiavano e sostenevano le attività illecite del clan.

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