Via Curtatone, la procura indaga ma il boss è scappato col malloppo
Ricercato un somalo: è rientrato nel palazzo sgomberato per prendere "le sue cose", è andato via con 13mila euro. Potrebbe essere uno dei cassieri
Immigrati che arrivavano in taxi, una reception dotata di pc in cui venivano registrate le presenze degli ospiti, un tariffario per ogni notte di soggiorno e badge d'ingresso. All'occhio di un forestiero appena arrivato a Roma, quello di via Curtatone poteva sembrare un albergo, con i prezzi di un ostello e la location di un 5 stelle. Peccato che era tutto abusivo: l'occupazione dello stabile (di proprietà di un privato), la presenza di fornelli e bombole del gas, l'allaccio delle utenze, il soggiorno di persone in alcuni casi senza permesso di soggiorno e il pagamento di quote giornaliere o affitti mensili. La Procura capitolina ha aperto un fascicolo d'indagine sul presunto racket nella gestione del palazzo sgomberato giovedì scorso, dopo quasi quattro anni dall'occupazione e un anno e mezzo dall'ordine di sequestro firmato dal giudice. La dimostrazione del fatto che giravano parecchi soldi in quell'edificio viene da un nuovo elemento, che verrà ora valutato dagli inquirenti. Subito dopo che le forze dell'ordine hanno sedato la protesta in piazza Indipendenza, uncittadino extracomunitario, presumibilmente somalo, ha chiesto di rientrare nello stabile per riprendere alcuni effetti personali. Da un cassetto ha tirato fuori un gruzzolo di banconote: circa 13mila euro in contanti. Insospettiti, i proprietari dell'immobile hanno chiesto di fornire le sue generalità. L'uomo, dopo aver... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI