LA SAGA DELL'IMPIANTO GIALLOROSSO
Sullo stadio della Roma indaga anche la Corte dei Conti
Manca solo qualche ufficio delle Nazioni Unite, poi, ci sarà un fascicolo sul progetto dello Stadio della Roma a Tor di Valle aperto più o meno ovunque. L’ultimo è quello che è stato aperto sul tavolo di Andrea Lupi, procuratore regionale della Corte dei Conti del Lazio. E segue quello già aperto in Anac e quello aperto alla Procura di Roma. Manca ancora il Tar, a dire il vero, ma, di questo passo, non disperiamo che ci si arrivi presto. In questo caso, quello della procura contabile, in un solo fascicolo sono stati fatti convogliare due diversi esposti, quello dei Radicali e quello dell’ala talebanissima dei puristi del "no" allo Stadio, inizialmente raccolti attorno al Tavolo 5Stelle dell’Urbanistica, poi modificato, dopo che Grillo li aveva pubblicamente sconfessati, in Tavolo della Libera Urbanistica, guidato dall’architetto Francesco Sanvitto. L’esposto dei radicali, molto centrato sul problema delle infrastrutture di viabilità, era stato pre- sentato il 12 luglio scorso e firmato da Riccardo Magi, segretario radicale ed ex consigliere comunale nell’era Marino, e dal responsabile romano della Rosa nel Pugno, Alessandro Capriccioli. Il dossier radicale, dopo aver approfonditamente analizzato i problemi di viabilità, sostanzialmente gli stessi poi rimarcati dal Ministero delle Infrastrutture nel suo parere sul progetto Raggi, si paventava il rischio di futuri contenziosi fra il Campidoglio e i proponenti proprio per le opere di viabilità e si riteneva che ci fosse un eccessivo squilibrio nel computo totale dei conti fra cubature concesse dal Comune e opere realizzate dai proponenti. Il secondo fascicolo - quello di Sanvitto e dei pasdaran del no - dopo aver analizzato l’iter seguito ed evidenziato le ragioni a sostegno del no, chiede alla Corte dei Conti di avviare "un’indagine, con l’acquisizione e il sequestro della documentazione relativa alla scelta del sito di Tor di Valle, del sito stesso qualora inizino i lavori, nonché dei fondi già a disposizione". Inoltre, Sanvitto e gli Arrabbiati chiedono un’indagine che chiarisca, "prima dell’approvazione della Variante al Piano regolatore" se ci sia un illecito arricchimento del privato ai danni del pubblico. Poi c’è il solito mantra dell’area che rende "inattuabile la realizzazione dello Stadio per ragioni di tutela ambientale": anche su questo viene chiesto alla Corte dei Conti di intervenire con un’indagine che dimostri "il capitolo di spesa assolutamente inutile, inopportuno e oneroso per l’Ente". Ancora, l’altro grande mantra degli Arrabbiati: che gli espropri... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI