DELITTO AL FLAMINIO
Strangolata e fatta a pezzi, il fratello: volevo ucciderla da mesi
Un coltello da cucina e due seghetti. Sono queste le armi con cui il 62enne Maurizio Diotallevi avrebbe straziato il corpo della sorella Nicoletta nel loro appartamento in via Guido Reni. Per poi metterla a pezzi nei cassonetti nei pressi di casa. Dopo averla strangolata con la cintura del pantalone, il fratello avrebbe iniziato a tagliarle la gamba finendo per rompere il primo seghetto. Una scheggia della lama sarebbe infatti stata trovata conficcata nel femore della donna. Il lavoro sarebbe poi stato completato con l'aiuto di un coltello da cucina. L'uomo ora è indagato per omicidio volontario con l'aggravante della parentela e occultamento di cadavere. Non è contestata la premeditazione. Durante l'interrogatorio Diotallevi avrebbe parlato di una situazione conflittuale con la sorella. Tale da spingerlo al pensiero di uccidere Nicoletta già due mesi fa. Un proposito che però sarebbe venuto meno anche per la partenza della parente e coinquilina di casa Diotallevi. La donna infatti si sarebbe recata in Svezia per una vacanza e sarebbe tornata soltanto il giorno prima dell'aggressione fatale a opera del fratello. Un giorno sarebbe bastato a far scattare la molla nella testa del 62enne a suo dire afflitto dall'atteggiamento della vittima, che lo avrebbe messo in ridicolo davanti al figlio più volte, e dalla poca inclinazione a dividere equamente il compenso derivato dall'attività di Bed and Breakfast portata avanti nella casa di famiglia. Una tragedia che sarebbe avvenuta sullo sfondo di un rapporto difficile quindi, ma anche di una condizione economica insoddisfacente. La vicenda, su cui indaga il sostituto procuratore Marcello Cascini, vedrà domani l'udienza di convalida dell'arresto davanti al gip del Tribunale di Roma, Anna Maria Fattori.