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Donna fatta a pezzi con un'ascia e gettata nei cassonetti, il fratello confessa: "L'ho uccisa io"

Il cassonetto in viale Maresciallo Pilsudski dove sono state trovate le gambe (foto Sara Cervelli)

Le gambe di Nicoletta Diotallevi, 59 anni, ritrovate in viale Maresciallo Pilsudski; testa e busto in via Guido Reni dove la donna abitava. Sequestrato un terzo cassonetto in via Pannini: all'interno c'erano gli abiti

Silvia Mancinelli
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Orrore a Roma dove ieri sera poco dopo le 20 nel quartiere Parioli una ragazza di origini rom, mentre rovistava in un cassonetto, ha trovato le gambe di una donna. La macabra scoperta è avvenuta in viale Maresciallo Pilsudski di fronte al Galoppatoio: gli arti, tagliati con un'ascia all'altezza dell'inguine, erano stati legati fra loro con il nastro adesivo. Sul posto per i rilievi sono intervenuti subito gli agenti della polizia scientifica. Il resto del corpo della donna, Nicoletta Diotallevi, italiana 59enne scomparsa da giorni, è stato ritrovato poche ore più tardi in un altro cassonetto in via Guido Reni (nella foto) dove la vittima abitava. Nel secchione sono stati rinvenuti testa e busto della vittima. Nel frattempo al vaglio degli inquirenti le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza installate lungo la strada dove il killer aveva gettato via le gambe e, proprio tramite i filmati, la polizia è risalita a un uomo, Maurizio Diotallevi, 62 anni, fratello della donna fatta a pezzi. L'uomo, una volta rintracciato dagli agenti, è stato fermato per essere interrogato: dopo la morte dei genitori i due erano rimasti a vivere insieme in un appartamento al piano terra in via Guido Reni 22 b (nella foto). Secondo le prime testimonianze fra i due - apparentemente - non c'era alcun problema. "Mai un litigio, né una discussione" hanno raccontato i vicini di casa. L'uomo però alla fine, sotto torchio per ore, ha ceduto ed ha confessato il delitto: un litigio per questioni economiche alla base dell'assassinio. L'accusa è di omicidio e occultamento di cadavere.  Nel corso delle indagini è stato sequestrato dalla polizia anche un terzo cassonetto in via Giovanni Paolo Pannini, una traversa di via Guido Reni: all'interno l'assassino aveva gettato gli abiti indossati dalla donna.

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