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Roma, Carabinieri nella sede di Acea Ato 2: sequestrati documenti sul lago di Bracciano

Davide Di Santo
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Perquisizioni negli uffici di Acea Ato 2 per il caso del lago di Bracciano. I Carabinieri del Noe - Nucleo Operativo Ecologico di Roma stanno eseguendo, su disposizione della Procura di Civitavecchia, una perquisizione negli uffici romani di Acea Ato 2 Spa, in piazzale Ostiense 2. L'obiettivo, spiegano i carabinieri in una nota è "sequestrare documentazione relativa alla captazione di acqua dal bacino lacustre" di Bracciano, dopo la crisi idrica che ha colpito la Capitale e la conseguente decisione della Regione Lazio di azzerare il prelievo di acqua dal lago a partire da domani sera.  Acea Ato2, gestore del servizio idrico a Roma, è indagata dalla Procura di Civitavecchia per reati ambientali. Si legge nel decreto di perquisizione, firmato dal pm Delio Spagnolo e dal procuratore Andrea Vardaro, che la società è indagata per "l'illecito amministrativo previsto e punito dall'articolo 25 undecies del dlgs n. 231/2001 e per l'articolo 452 qinquies del codice penale", con la motivazione di "avere per colpa consistita in negligenza, imperizia e imprudenza cagionato abusivamente il deterioramento dell'ecosistema del lago di Bracciano dal gennaio 2017 con condotta perdurante all'attualità".  A risultare indagati sono il presidente, Paolo Tolmino Saccani, e la stessa azienda, coinvolta in base al decreto legislativo 231 del 2001 sulla responsabilità "penale" delle imprese.  Alla base dell'indagine i diversi esposti presentati alla procura di Civitavecchia alla base dell'inchiesta sui prelievi nel lago di Bracciano che oggi hanno portato i carabinieri del Noe nella sede di Acea Ato2. A firmarli sono stati il Comitato per la difesa del Bacino lacuale Bracciano Martignano, i presidenti del Consorzio Lago di Bracciano e Parco naturale regionale Bracciano -Martignano, i sindaci di Bracciano, Anguillara Sabbazia e Trevignano e l'onorevole Emiliano Minnucci. Le perquisizioni documentali dei carabinieri hanno riguardato solo la sede dell'azienda e i suoi sistemi informatici. Intanto il Tribunale regionale delle Acque ha respinto il ricorso presentato da Acea contro lo stop dei prelievi dal Lago di Bacciano deciso dalla Regione Lazio. Il ricorso era stato presentato nei giorni scorsi dalla società di cui il Campidoglio è azionista di maggioranza. Il provvedimento con cui la Regione Lazio ha ordinato ad Acea lo stop ai prelievi, osserva il Tribunale nel decreto, "non appare inficiato da irragionevolezza, considerato che tutti i Comuni i cui territori sono vicini o confinanti con il lago di Bracciano si sono espressi favorevolmente rispetto ad un intervento" della stessa amministrazione regionale "diretto ad interrompere il prelievo d'acqua al fine di impedire un ulteriore abbassamento del suo livello idrometrico". L'ordinanza della Regione, scrive ancora il Tribunale, "appare riconducibile al potere immanente della autorità concedente la derivazione per usi potabili di assumere determinazioni volte a contrastare cause o concause che generino l'irreversibile depauperamento della detta risorsa idrica, con conseguenti ripercussioni negative e definitive anche sul sistema lacustre".

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