LA SINDACA IN PROCURA
Inchiesta nomine, Raggi in Procura per dichiarazioni spontanee
"È stato un colloquio molto cordiale del resto lo avevo chiesto io, sono fiduciosa". Così la sindaca di Roma Virginia Raggi lasciando gli uffici della procura di Roma, a Piazzale Clodio, dove si è recata oggi per "spontanee dichiarazioni" sulle inchieste che la vedono indagata. La sindaca è stata sentita per quattro ore nell'ufficio del sostituto procuratore Francesco Dall'Olio, titolare dei due fascicoli sulle nomine in Campidoglio. Raggi è stata accompagnata dai suoi legali che hanno depositato un parere dell'amministrativista Federico Tedeschini sulla legittimità della nomina di Salvatore Romeo, ex capo della sua segreteria politica. La sindaca giorni fa aveva manifestato l'intenzione di fornire una serie di chiarimenti sulle inchieste a suo carico per abuso d'ufficio, nel caso della nomina di Romeo, e falso, nel fascicolo sulla scelta di Renato Marra, fratello dell'ex capo del personale Raffaele, come capo del dipartimento Turismo del Comune. Su questa seconda inchiesta la sindaca ha ribadito davanti ai pm di non aver fatto alcuna falsa dichiarazione in merito. Secondo la ricostruzione della procura di Roma, da parte della prima cittadina ci fu abuso d'ufficio nella nomina del capo della sua segreteria politica, che portò tra l'altro Salvatore Romeo, suo amico, ad avere lo stipendio triplicato, da 39 mila euro lordi l'anno, a 110 mila, scesi successivamente a 93 mila dopo l'intervento dell'Autorità nazionale anticorruzione. Per quanto riguarda, invece, la nomina del vigile urbano Renato Marra la sindaca è sotto indagine per aver dichiarato alla responsabile anticorruzione del Campidoglio che aveva deciso lei da sola ogni dettaglio di tale scelta, senza consultare l'allora capo del personale del Campidoglio Raffaele Marra. Ma questa circostanza sarebbe palesemente smentita dalle chat, tra la sindaca e l'ex capo del personale, nelle quali Raggi rimprovera a Marra di averla "messa in imbarazzo" per aver scelto il fratello Renato senza consultarla. Nella prima inchiesta è indagato per abuso d'ufficio lo stesso Salvatore Romeo. Mentre Raffaele Marra, già a processo per corruzione, rischia per la nomina del fratello un nuovo procedimento per abuso d'ufficio. Nel fascicolo sulla nomina di Romeo entrano anche le tre polizze sulla vita che il funzionario intestò alla prima cittadina, sua cara amica, del valore complessivo di 41mila euro. Mesi fa quelle stesse assicurazioni costarono il posto all'allora capo della segreteria.