LA BUFERA NOMINE IN CAMPIDOGLIO
Marra: "La Raggi non ha le palle per fare il sindaco di Roma"
Rush finale dei parlamentari Cinquestelle nei dieci Comuni in vista dei ballottaggi di domenica 25 giugno, mentre sui giornali tengono banco le vicende giudiziarie che attraversano il Movimento, dal sindaco di Roma Virginia Raggi fino ai 14 rinviati a giudizio per la vicenda delle firme copiate della lista presentata nel 2012 dai grillini per le comunali di Palermo. Fra questi, i tre deputati ex M5S Riccardo Nuti, Giulia Di Vita e Claudia Mannino, i parlamentari regionali Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, oltre a sette militanti, un avvocato ex attivista e un cancelliere. Non solo, a completare la settimana infernale del Movimento, anche la morte di Stefano Rodotà, l'uomo che i Cinquestelle proposero alla presidenza della Repubblica nella primavera del 2013. Dopo la pubblicazione delle ultime intercettazioni, sembra sempre più critica la posizione della sindaca di Roma, accusata di falso in atto pubblico per aver detto all'Anac di aver deciso in autonomia la promozione alla direzione del Turismo di Renato, fratello di Raffaele Marra, allora capo del personale del Campidoglio. "Dice che l'hanno fregata" ma la verità è che "non c'ha le palle" per fare la sindaca, dice Raffaele Marra nel novembre dello scorso anno parlando con l'amica Concetta del rapporto, già molto deteriorato con Virginia Raggi. Motivo principale della rottura proprio quella nomina del fratello di Marra, Renato, per il quale sono ora entrambi indagati dalla procura di Roma. Ora si teme un rinvio a giudizio. Per il momento Raggi gode del sostegno dei vertici, a cominciare da Davide Casaleggio che nel blitz romano tra mercoledì sera e giovedì, lo ha confermato con un semplice "sì", ribadito oggi con più forza dalla sindaca. "Sì, assolutamente sì. Senza dubbio", ha risposto a quanti le chiedevano se si sentisse sostenuta da Casaleggio. Il figlio del 'guru' scomparso segue da vicino le vicende romane. Ma la sorveglianza sul Campidoglio non si limita all'agenda di programma o ai progetti di chiusura dei campi rom. Ieri al Senato durante l'incontro a porte chiuse tra alcuni parlamentari e Casaleggio Jr, ad accompagnare Riccardo Fraccaro (responsabile enti locali e supervisore insieme ad Alfonso Bonafede delle vicende capitoline) c'era Andrea Ciannavei, uno degli avvocati che ha difeso Beppe Grillo nella vicenda Cassimatis. Forse non un caso, viste le cinquemila pagine di memorie depositate dall'avvocato di Raffaele Marra. Si allontana però il passo indietro della sindaca che, a quanto pare, i Cinquestelle richiederebbero soltanto in caso di condanna quindi fra almeno sei mesi. Anche se andasse a processo, il M5S non sembrano volerla sacrificare. In sua difesa, ha preso la parola per la prima volta in modo esplicito Roberto Fico. "Se c'è il processo non si deve dimettere assolutamente, poi vedremo il suo corso ma non nel rinvio a giudizio", ha detto, riconoscendo pubblicamente il lavoro svolto in un anno da Raggi. Un lavoro "serio", ha detto, fatto per "ricostruire su basi solide", senza operazioni di facciata per "veloci incassi". Prevale il garantismo, insomma, tra i Cinquestelle nel caso della sindaca di Roma. Tanti i fronti aperti per il M5S che in queste due settimane ha speso i suoi portavoce migliori a sostegno dei candidati sindaci al ballottaggio. Luigi Di Maio cerca di conquistare i piemontesi ad Asti mentre Roberto Fico chiude in Puglia. Nei giorni scorsi tutti si sono mobilitati per Guidonia che insieme ad Ardea potrebbe diventare un feudo Cinquestelle. Ci sono poi Acqui Terme, Carrara, Fabriano, Santeramo in Puglia, Canosa, Mottola e Scordia. "Nessuna indicazione di voto", tuona il blog di Beppe Grillo in serata dopo che il candidato M5S di Parma Daniele Ghirarduzzi aveva invitato a non votare Federico Pizzarotti, l'ex d'oro del Movimento.