ALLARME CALDO
Un milione senz'acqua in Provincia di Roma: ecco i Comuni a rischio
Sarà un'estate da dimenticare per oltre un milione di abitanti che rischia di restare senz'acqua. L'Acea Ato 2, responsabile della gestione del sistema idrico integrato, lancia l'allarme e, in una relazione dettagliata, mette nero su bianco i 72 comuni (su 120) della Provincia di Roma che saranno costretti nei prossimi quattro mesi a fare i turni per aprire i rubinetti. Una situazione drammatica, e non senza conseguenze anche sulla Capitale, dovuta principalmente alla netta diminuzione delle piogge e all'aumento delle temperature (senza considerare la crescita smisurata della popolazione nell'ultimo ventennio) che, alla fine, ha costretto la società che gestisce la rete a chiamare a rapporto, nel centro congressi "La Fornace" di Acea, i sindaci della provincia romana per consegnare l'elenco delle città inserite nella mappa del disagio idrico. Nella lista rossa quelle "con carenze accentuate e con ricorso a turnazione giornaliere ove possibile" (Allumiere, Tolfa, Monterotondo, Marcellina, Vicovaro, Capranica, Prenestina, San Vito Romano, Castel San Pietro Romano, Rocca di Cave, Cave, Palestrina, Zagarolo, San Cesareo, Colonna, Monte Porzio, Rocca Priora, Frascati, Lariano, Albano La- ziale, Ariccia, Genzano, Lanuvio, Velletri, Segni, Montelanico, Gorga, Carpineto Romano, Rocca Santo Stefano, Can- terano, Ciciliano, Saracinesco) e nella lista gialla quelle "con abbassamento di pressione nelle ore di maggior consumo" (Civitavecchia, Santa Marinella, Cerveteri, Ladispoli, Manziana, Fiano Romano, Morlupo, Capena, Filacciano, Mentana, Fonte Nuova, Guidonia Montecelio, San Polo dei Cavalieri, Castel Madama, Tivoli, San Gregorio di Sassola, Mandela, Sambuci, Poli, Casape, Pisoniano, Gerano, Cervaro di Roma, Bellegra, Affile, Roiate, Jenne, Arcinazzo Romano, Genazzano, Montelanico, Artena, Labico, Rocca di Papa, Nemi, Castel Gandolfo, Marino, Ciampino, Pomezia, Ardea, Grottaferrata). "È stata la stagione meno piovosa dal 2009 a oggi - si legge nelle relazione dell'Acea - La seconda consecutiva di bassa piovosità che non ha permesso la ricarica dei serbatoi il cui livello oggi è mediamente del 46% inferiore rispetto al 2014". Senza contare la crescita media delle temperature a cui può essere associato un aumento del consumo idrico: in soldoni più acqua per lavarsi e bere. A far scattare l'allerta rossa la situazione in cui versano i quattro sistemi di fonte idrica che garantiscono l'approvvigionamento dell'acqua tra Roma e Provincia. Nell'area nord-est l'acquedotto Marcio, le sorgenti Peschiera e Capore e il lago di Bracciano. Qui Acea ha registrato una diminuzione media tra il 13 e il 25% rispetto al passato. Nell'area sud-est invece gli acquedotti Simbrivio e Doganella, dove la portata dell'acqua disponibile è diminuita del 20%, e quello di ex-Casmez le cui risorse idriche risultano invece contaminate da solventi e fluoro e devono necessariamente essere miscelate prima della distribuzione nei comuni. Un annoso problema che affligge anche i Castelli romani dove, invece, a preoccupare sono i livelli di arsenico che superano i limiti imposti dalla legge. Dunque un quadro drammatico nonostante gli interventi migliorativi e di potenziamento delle infrastrutture che Acea ha effettuato negli ultimi anni come la revisione dei sistemi di pompaggio del Peschiera e la ristrutturazione e il recupero dei pozzi (con un aumento dell'approvvigionamento pari complessivamente a 900 litri al secondo) oppure la bonifica sulle reti (con un recupero stimato in 500 litri al secondo). Un piano di interventi sicuramente importante ma che, finora, è servito solo a tamponare le emergenze e non a risolvere la criticità strutturale. Così mentre i Comuni iniziano a fare i conti per il razionamento dell'acqua, e scattano già le prime emergenze (ieri mezza Velletri è rimasta a secco), preoccupa anche la situazione del lago di Bracciano il cui livello non è mai stato così basso nel mese di maggio. Il necessario attingimento per tamponare le carenze delle altre fonti, stimabile in 1500 litri al secondo tra giugno e settembre, nelle proiezioni di Acea porterà ad un abbassamento che alla fine dell'estate raggiungerà i 65 centimetri. Oltre al danno la beffa: avanti di questo passo il bacino sabazio rischia di scomparire.