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L'autogestione ha salvato il mercato Flaminio II

Gli ultimi interventi dell'amministrazione comunale risalgono al 1980

Silvia Sfregola
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La crisi li ha decimati, la mancanza di interventi da parte dell'Amministrazione nel corso degli anni ha fatto il resto. Il mercato Flaminio II, così chiamato per distinguerlo da quello di via Flaminia, sopravvive grazie all'autogestione anche se da tempo gli operatori chiedono al Comune un importante intervento di riqualificazione che consentirebbe alla struttura una bella boccata di ossigeno e la possibilità di ripartire con tutte le carte in regola. La posizione è ottima, tra il Foro Italico e il quartiere delle arti con l'Auditorium e il MAXXI, la qualità dei prodotti è il cavallo di battaglia del mercato. Eppure riesce a sopravvivere solo grazie agli acquisti del venerdì e il sabato perché il resto della settimana i clienti sono sempre più rari. «Da 72 che eravamo ora siamo rimasti una quarantina - racconta il presidente del mercato, Loris Brocchini che ha un banco tra i più apprezzati, "l'angolo del buongustaio" - nel 2011 abbiamo portato all'attenzione del Comune un progetto di rifacimento del mercato di 2 milioni di euro, ma non è passato. L'ultimo intervento sull'immobile è stato fatto nel 1980 poi più nulla. Ci arrangiamo, grazie all'autogestione, ma dobbiamo provvedere noi a tutto, anche a quegli interventi di natura straordinaria, come tubature o altro, che spetterebbero invece all'Amministrazione». Guai a parlare dell'ultimo emendamento approvato dalla giunta 5 stelle che alza la quota di canone da versare al Comune e di fatto sottrae risorse ai mercati che si autogestiscono. Flaminio II, insieme ad una ventina di altri mercati, ha aderito al ricorso presentato dall'Anva-Confesercenti per annullare l'emendamento, ma intanto soffre all'idea di vedersi togliere altri fondi. «Questi sono gli interventi a tutela dei mercati? - tuona Brocchini - ci manca solo avere meno soldi da spendere per la struttura». Nessuno però qui dentro vuole arrendersi. Ci sono operatori da 60 anni dietro i banchi del Flaminio che sono orgogliosi della loro storia e dei prodotti in vendita. Come i macellai Roberto e Leandro, figlio di Annibale, titolare dell'antica macelleria di via di Ripetta, la macelleria Cicinelli, presenti da tre generazioni. Poi c'è il piccolo supermercato alimentare di Andrea e Alessandra, il calzolaio, lo spazio dedicato ai cibi biologici, il banco «Le fantasie di casa», specializzato in abbigliamento per signora e la bottega del tappezziere. E certo la frutta e verdura, tra gli altri Loriana, che propone dei preparati da mettere soltanto in padella e Maurizio, che accanto alla selezione di frutta esotica propone una vera e propria enoteca. Il mercato non rinuncia alla sua missione di essere un punto di aggregazione e per fare questo è in contatto con le associazioni di quartiere. Insieme si organizzano feste, incontri, eventi, e si coinvolgono anche i più piccoli per far conoscere loro il valore dei prodotti naturali. Non è la concorrenza della grande distribuzione o di altri mercati a spaventare chi punta tutto sulla qualità e sul rapporto con le persone. Piuttosto la consapevolezza che se non si interverrà presto sulla riqualificazione della struttura, il futuro non potrà essere roseo. «Non siamo preoccupati per l'immediato - chiarisce il presidente di Flaminio II - ma se questo mercato non torna ad essere attrattivo anche per chi vuole aprire un'attività non potrà resistere tanto a lungo. Oggi però come si fa a dire a qualcuno apri un box quando la struttura è visibilmente compromessa dalla mancanza di interventi importanti?».

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