Mafia Capitale, il pm chiede 28 anni per Carminati e 26 per Buzzi
In totale 515 anni di carcere per i 46 imputati: per 19 l'accusa di associazione di stampo mafioso. Chiesti anche 21 anni per Panzironi e 19 per Gramazio
Sono 515 gli anni di carcere complessivi chiesti dai pm di Mafia Capitale per i 46 imputati del processo in corso nell'aula bunker di Rebibbia. Nel procedimento oltre all'ex Nar Massimo Carminati, per il quale i pm chiedono 28 anni di carcere, e l'imprenditore delle coop rosse Salvatore Buzzi, per il quale sono stati chiesti 26 anni e tre mesi, considerati i principali artefici della presunta organizzazione criminale al centro dell'indagine, figurano ex amministratori locali di diversi schieramenti politici, ex dipendenti pubblici e dirigenti di azienda: ci sono, tra gli altri, Giovanni Fiscon (5 anni la richiesta dei pm) e Franco Panzironi (21 anni) in passato ai vertici dell'azienda romana dei rifiuti (Ama) come direttore generale e amministratore delegato; l'ex componente del tavolo di coordinamento per i rifugiati del Viminale, Luca Odevaine (2 anni e mezzo la richiesta dei pm per aver collaborato con gli inquirenti), e l'ex capogruppo Pdl in Regione Lazio Luca Gramazio (19 anni e mezzo), l'ex presidente dell'Assemblea capitolina, Mirko Coratti (4 anni e mezzo) e gli ex consiglieri comunali Pierpaolo Pedetti del Pd (4 anni) e Giordano Tredicine del Pdl (4 anni). Tra i 19 imputati per associazione di stampo mafioso, oltre a Carminati, Buzzi, Panzironi e Gramazio, sono a processo l'ex dirigente di Eur spa Carlo Pucci (chiesti 19 anni di carcere) i collaboratori di Carminati, Riccardo Brugia, (chiesti per lui 25 anni e 10 mesi di carcere), Roberto Lacopo (21 anni) e Matteo Calvio (21 anni); la segretaria di Buzzi, Nadia Cerrito (18 anni), il commercialista Paolo Di Ninno (19 anni), la compagna dell'imprenditore delle coop, Alessandra Garrone (18 anni e sei mesi) e Carlo Maria Guarany (19 anni) e Claudio Caldarelli (19 anni) entrambi stretti collaboratori di Buzzi. Chiesti rispettivamente 18 anni e 16 anni e due mesi, per gli imprenditori Agostino Gaglianone e Giuseppe Ietto, ritenuti a servizio del gruppo; e 16 anni di carcere per Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, ritenuti dalla procura il punto di contatto tra la presunta associazione e la 'ndrangheta.