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Nuovo giallo in Campidoglio: controlli sulle firme per la candidatura della Raggi

Virginia Raggi

Susanna Novelli
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Il Campidoglio si tinge ancora di giallo. Stavolta non si tratta di nomine, assessori "parlanti", polizze assicurative, ma della validità delle firme a sostegno della candidatura a sindaco di Virginia Raggi. A gettare l'ombra il servizio de Le Iene con Filippo Roma che raggiunto il sindaco qualche giorno fa all'Alpe di Siusi ha chiesto conto: "ho un delegato di lista - ha replicato secca la Raggi - chiedete a lui". Ad aprire il caso è stato Alessandro Onorato, consigliere comunale Lista Marchini: «Chi ha presentato la candidatura a sindaco di Roma di Virginia Raggi e del M5S e le firme dei cittadini utili a presentare questa candidatura è un chiaroveggente. O sono dei veggenti o c'è un falso. Nell'atto principale risulta che il 20 aprile 2016 dichiarano di aver raccolto 1.352 firme di cittadini. Peccato, però, che hanno raccolto le firme tre giorni dopo. Risulta che abbiano utilizzato dieci cancellieri… Possono dieci cancellieri in una singola giornata coprire venti banchetti in venti zone diverse di Roma?». I legali del MoVimento, interpellati sempre da Le Iene, Alessandro Canali e Paolo Morricone, delegati della lista di presentazione delle candidature spiegano: "Se è l'atto principale lo devo aprire prima della raccolta, non lo posso aprire dopo. Questo lo prevede la legge". Versione tuttavia smentita da Bruno Santamaria, avvocato amministrativista e presidente camera ammininistrativa: "Mi spiace smentire l'avvocato Canali ma la legge non prevede assolutamente questo". La Raggi, a margine della presentazione dei Filobus Atac, prova ancora a parare il colpo: "Ho avuto rassicurazioni dai delegati di lista, effettueremo comunque ulteriori accertamenti".  Il precedente delle firme falso del MoVimento in Sicilia, tuttavia, non rassicura.

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