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La poliziotta-eroina: "Così ho bloccato il ladro, anche se sono incinta"

Silvia Mancinelli
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Incinta di quattro settimane e mezzo, ha fatto arrestare il rapinatore che le aveva appena strappato la borsa dalla macchina. Rita Sverdigliozzi, capo della squadra mobile di Pisa, era appena arrivata a Roma, ieri pomeriggio, per un corso di Polizia Giudiziaria quando un ragazzo di zona l'ha sorpresa nel traffico spaccandole il finestrino con la punta di un trapano e portandole via la borsa. Consegnato il bandito ai colleghi del Reparto Mobile, per puro caso dietro alla sua macchina, è stata trasportata al pronto soccorso del Santo Spirito per una frattura alle costole. Dottoressa, cosa è successo? Erano le 18,30, ero al volante della mia macchina, una Volkswagen Tiguan, diretta al corso. All'altezza del semaforo di via Anastasio II mi sono fermata al rosso. Sia le portiere che i finestrini erano chiusi, sto sempre molto attenta. Una persona mi si è avvicinata, in sella a uno scooterone, guardava insistentemente dentro la mia auto e non mi piaceva. Sarà l'occhio clinico, non lo so, ma sapevo che c'era qualcosa che non andava. Tuttavia, il semaforo era rosso da un po', il verde stava per scattare. ‘Non può fare nulla ormai', ho pensato. E invece... E invece in una frazione di secondo ho sentito un boato, il gesto non l‘ho nemmeno visto. Il finestrino si è frantumato, addosso mi sono piombati i vetri e non ho visto più la borsa. Quell'uomo la teneva stretta a sé, quasi era in procinto di scappare. Lei, però, è stata più veloce. Fortunatamente la borsa ha una cinghia lunga, mi sono fiondata attraverso il finestrino e ne ho affermato un lembo. Quando l'ho preso ho capito che potevo farcela, con tutte e due le mani ho tirato con una forza che non sapevo di avere, provocandomi infatti l'abrasione del braccio destro. Ho continuato a tirare verso di me e lui, che non mollava la presa, è caduto. Ho chiesto aiuto, mi sono slacciata la cintura, sono corsa fuori e ho cercato di bloccarlo. Un bel coraggio, soprattutto per una donna in dolce attesa. E' stato l'istinto. Gli sono salita sopra, ma non ho fatto in tempo a telefonare al 113 che ho visto dei colleghi del Reparto Mobile dietro di me: una squadra di Napoli che stava montando in servizio. Sono stati loro ad ammanettarlo. Ha tentato di divincolarsi, di scappare e alla fine ha detto: “Vabbè ma che ho fatto? Ho preso una borsa”. Le ha parlato? A me, stranamente, no. E dire che quand'è caduto aveva il volto rivolto a terra, io ero sopra di lui, non ha aperto bocca, mentre con i colleghi si è aperto. Avrà accusato il colpo: braccato da una donna... Può darsi, l'ho destabilizzato. Ora, almeno, si riposerà? Sì, per forza. Mi hanno dato due settimane di riposo. Pensare che a Roma avrei voluto passare una settimana di relax, magari approfittandone per riabbracciare vecchi colleghi. A me questa città piace, c'ho anche lavorato anni fa, come ispettore alla squadra mobile. Ha visto in che situazione è la Capitale? Ho visto sì, ma anche Pisa non è da meno, con le dovute proporzioni. Certo, però, dopo gli anni passati qui, torno e questo mi deve rompere la macchina nuova di un mese. Ma anche a lui non è andata bene... Effettivamente è stato sfortunato. Quando si è ritrovato braccato da me e con la squadra di dieci colleghi dietro, ha chiesto sbigottito: “Ma chi ho rapinato?”.

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