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Stadio della Roma, Pallotta incontra la Raggi: "Progetto migliorato". Ma ancora non parte

James Pallotta con il sindaco Virginia Raggi

Silvia Sfregola
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Il tempo di un pranzo veloce e fra un'oretta, alle 16, per il presidente giallorosso, James Pallotta, appuntamento in Regione, da Nicola Zingaretti dopo l'incontro di questa mattina con il sindaco, Virginia Raggi. Arrivato in Campidoglio poco dopo le 11, come da copione, e nonostante il febbrone, Pallotta affiancato dal direttore generale, Mauro Baldissoni, e dall'amministratore delegato, Umberto Gandini, ha incontrato il sindaco di Roma, Virginia Raggi, insieme al vicesindaco, Luca Bergamo, al nuovo assessore all'Urbanistica, Luca Montuori, al titolare del Bilancio, Andrea Mazzillo, e al presidente dell'Assemblea capitolina, Marcello De Vito. Come da previsioni, "è stato un incontro di cortesia", dice Pallotta uscendo da Palazzo Senatorio. "Non ci sono cambiamenti rispetto a ciò di cui avevamo discusso qualche settimana fa e di cui eravamo tutti contenti. Il Comune è stato grande e il progetto sembra anche migliore: i cambiamenti che sono stati fatti lo rendono ancora più compatibile con tutto, anche con l'ambiente. Le infrastrutture vanno bene, così come la parte commerciale e gli uffici. Le torri sono state abbassate e non ci sono cambiamenti sullo stadio. Penso che avremo un risultato nei tempi che avevamo previsto e quindi a Roma almeno l'85% dei cittadini dovrebbe essere felice", ha aggiunto il numero uno della Roma. Più o meno le stesse cose dette all'epoca di Marino! Si attendeva solo un incontro di cortesia e così è stato. Anche perché la nuova delibera di pubblico interesse che dovrà sostituire e integrare quella di Marino è ben più che in alto mare. E, ovviamente, non c'è neanche il progetto. Nell'ultimo incontro di un paio di giorni fa all'Urbanistica, i proponenti hanno depositato una nuova planimetria che recepisce per sommi capi il nuovo accordo. Ma si tratta di una cosa con scarsissimo valore tecnico e ancor meno giuridico. Ma, soprattutto, al di là delle frasi di circostanza, secondo quanto trapela, si stanno gettando le basi per un grande malinteso: il Comune vorrebbe avere prima la bozza di progetto su cui ritagliare i termini della nuova delibera mentre i proponenti non hanno alcuna intenzione di mettere nulla su carta fino a che non sia stato adottato l'atto autorizzativo, cioè la delibera stessa, quanto meno nella versione di Giunta. Le possibilità che il 5 aprile la Conferenza di Servizi si chiuda con un nulla di fatto sono altissime. Le chanche di arrivare entro fine mese ad avere da un lato la bozza progettuale e dall'altro un embrione di delibera sono praticamente pari a zero. Anche perché, va ricordato, l'urbanistica è una competenza esclusiva del Consiglio comunale e l'iter di approvazione della delibera in Aula è piuttosto lungo: adozione in Giunta della proposta, invio alle 6 Commissioni consiliari competenti (Urbanistica, Mobilità, Lavori Pubblici, Sport, Ambiente, Commercio) e ai due Municipi interessati (IX e XI) per le osservazioni. Poi, di nuovo in Giunta per le controdeduzioni alle osservazioni, infine in Aula con calendarizzazione, discussione, emendamenti e, finalmente, il voto. Marino ci mise più di tre mesi fra l'adozione in Giunta e l'approvazione in Consiglio. L'eventuale via libera in Giunta della delibera potrebbe forse essere sufficiente da un punto di vista "politico" e amministrativo per dare l'indirizzo al nuovo progetto in attesa del suo perfezionamento in Consiglio comunale. Se, per un quasi miracolo, entro fine mese Comune e Roma sbloccassero entrambi i loro compiti, si potrebbe anche pensare di mettere in freezer la Conferenza di Servizi: la Roma chiederebbe, come l'ultima volta, una sospensione dei tempi. E, in questo caso, avendoci magari un atto di Giunta che anche formalmente autorizzerebbe i funzionari comunali a dare l'ok, la sospensione potrebbe essere accordata. In questo modo si andrebbe nel limbo fino a che tutti gli atti fossero pronti. Anche, magari, chiudendo in un modo o nell'altro la vicenda dell'iter di apposizione del vincolo sull'Ippodromo che è tutt'altro che risolta. Al contrario, se per un qualunque motivo il 5 aprile la Conferenza venisse chiusa con il nulla di fatto o il no espresso al progetto, si ricomincerebbe da capo ogni cosa: nuova delibera, nuovo progetto, nuova consegna in Campidoglio, ancora 90 giorni per esaminarlo e decidere se potrà andare in una nuova Conferenza di Servizi che avrà, ancora una volta, i suoi 180 giorni di tempo. Più che lo Stadio, così, sembra un grande gioco dell'oca.

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