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Processo Mafia Capitale, Buzzi: "Per avere gli appalti assumevo gli amici dei politici"

Valeria Di Corrado
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"Quando ti aggiudichi un appalto nei comuni sotto i 50-60 mila abitanti, i sindaci ti danno la lista delle persone da assumere". Salvatore Buzzi dal carcere di Tolmezzo, in collegamento video con l'aula bunker di Rebibbia dove si tiene il processo Mafia Capitale (che lo vede imputato insieme a Massimo Carminati per associazione di stampo mafioso e un'altra sfilza di reati), spiega ai giudici il sistema di corruzione diffuso in molte amministrazioni locali e il "do ut des" che ha governato per anni il suo rapporto di presidente della cooperativa 29 Giugno con politici e uomini di potere. Anche il sindaco di Sant'Oreste avrebbe presentato a Buzzi una lista con circa 20 persone da assumere, dopo che l'imprenditore si era aggiudicato il servizio di raccolta differenziata nel piccolo comune. Nel suo lungo esame, il "ras delle coop rosse" ha spiegato di aver pagato al membro del Tavolo di coordinamento nazionale sull'emergenza rifugiati, Luca Odevaine, una mazzetta da 5 mila euro al mese, tutti i mesi, da febbraio 2012 a ottobre 2014. A cui si somma una dazione "extra" in nero da 10 mila euro e un contratto fittizio per l'affitto di tre immobili di proprietà di Odevaine, mai utilizzati dalle cooperative. Il tutto per un totale di 192 mila euro. "Gli ho dato questi soldi perché ci agevolasse nella nostra attività e parlasse con le persone giuste, come il prefetto Gabrielli, per sbloccare i pagamenti arretrati - ha spiegato Buzzi - Poi nel 2014 ho capito che era un bluff".

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