IL CASO IN PARLAMENTO

Il lago di Bracciano senz'acqua sta morendo

Valentina Conti

Il Lago di Bracciano sta sparendo. Si sta prosciugando giorno dopo giorno. Negli ultimi mesi, il livello delle acque si sta abbassando a vista d'occhio. L'allarme nei comuni che sorgono attorno al bacino idrico è da vera e propria emergenza. Sotto la lente c'è la responsabilità di Acea Ato 2, incolpata dai comuni del comprensorio sabatino di utilizzare le acque del lago per alimentare gli acquedotti di Roma e Civitavecchia. Un problema che ritorna, bloccando l'attenzione di cittadini e operatori di settore sullo zero idrometrico, di 163,04 metri sul livello del mare. Che quest'anno, complici le scarse piogge, va giù rapidamente di settimana in settimana. Acea, va ricordato, dal 1990 ha ottenuto concessione dal Ministero dei Lavori Pubblici per utilizzare il lago come riserva idrica del Comune di Roma. Nel documento è riportata l'autorizzazione di prelevare una quantità minima di acqua fissata in 1.100 l/s, fino a un massimo «in casi eccezionali» di 5.000 l/s. Il nocciolo è, dunque, il rispetto di tali quote. Il caso è arrivato pure in Parlamento per bocca del deputato dem Emiliano Minnucci, che ha presentato un'interrogazione ai Ministri Galletti e Delrio. «Il dramma sono i continui prelievi effettuati da Acea Ato 2: quello che sta accadendo al Lago di Bracciano ha dell'incredibile», accusa Minnucci. «Il lago rischia di morire a causa della condotta scellerata di Acea che, senza considerare la scarsità delle piogge, continua a prelevare le acque anche con punte di 2.500 litri/secondo, rischiando di compromettere l'equilibrio idrico del bacino. Per Acea il nostro lago è un pozzo senza fondo e questo non è più tollerabile: dobbiamo fermare questa logica di sfruttamento perpetrata dal gestore del servizio idrico integrato che, invece di trovare soluzioni alternative anche attraverso nuovi piani di investimento, prosegue la sua irriverente azione di rifornimento da un bacino che è puramente di natura sorgiva. Il disastro ambientale è un vero rischio». Qualche settimana fa ha avuto luogo una riunione tra il Consorzio del Lago di Bracciano ed Acea. Incontro nel corso del quale Acea Ato 2 ha sottolineato di «rispettare in pieno le contrattualistiche della Concessione per la gestione del servizio idrico stipulata nel giugno 1990», evidenziando che il Lago di Bracciano rappresenta per l'azienda capitolina «un bacino ed una risorsa da tutelare, non solo per i Comuni rivieraschi ma anche per Roma e per tutti i comuni che rientrano nella competenza di Ato 2». E rimarcando che «il vero problema non è la captazione, ma le eccezionali condizioni meteorologiche caratterizzate dalla scarsità di precipitazioni piovose». Nel frattempo i cittadini del territorio, preoccupati, hanno lanciato alle autorità competenti una petizione online «per fermare la captazione dell'acqua dal lago». Si è mossa anche la Regione Lazio, che ha indetto una riunione pochi giorni fa tra i Comuni di Anguillara Sabazia, Bracciano, Trevignano Romano, il Consorzio Lago di Bracciano, il Parco Naturale di Bracciano e Martignano, il Servizio Geologico e Difesa del Suolo e Tutela acque, suolo e risorse idriche della Città Metropolitana di Roma Capitale, il Presidente di Acea Ato2, il Dipartimento di Biologia Ambientale della Università la Sapienza e i Dirigenti delle aree Conservazione e tutela qualità dell'ambiente, Conservazione e Gestione del Patrimonio Naturale e Governance del Sistema delle AANNPP. Da cui è emersa «la necessità comune di un'attività di monitoraggio unita ad una programmazione di interventi strutturali». Intanto, il livello delle acque è sceso di altri 10 centimetri. Da -1.2 a -1.3 metri.