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Le nomine in Campidoglio le decideva MarraMa lui si difende: "Sono un uomo onesto"

Raffaele Marra

Andrea Ossino
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Sono rientrato al Comune di Roma su forte impulso del sindaco Raggi ma avevo più volte manifestato la mia indisponibilità a rientrare proprio perché avevo anticipato che ci sarebbero stati degli attacchi assolutamente strumentali nei miei confronti, la stessa cosa era successa inizialmente, nel 2010 e poi nel 2013, quando c'era il sindaco Marino". É il 20 dicembre e Raffaele Marra prova a chiarire al Gip, in occasione dell'interrogatorio di garanzia, il suo ruolo in Campidoglio e i relativi rapporti con la sindaca 5Stelle. Gli inquirenti infatti, cercano risposte alle numerose domande che emergono leggendo le chat presenti sul cellulare dell'arrestato, in carcere dal 16 dicembre scorso perché accusato di essere stato corrotto dall'immobiliarista Sergio Scarpellini, difeso dall'avvocato Remo Pannaim. “Domani ti mando un foglio Excel con i provvedimenti da adottare subito, e un foglio word in cui ci sono i possibili incarichi e le possibili retribuzioni. Ma come ti dicevo prima te li devo spiegare”, scrive Marra a Salvatore Romeo il 12 giugno scorso, quando mancavano meno di 10 giorni all'insediamento in Campidoglio di Virginia Raggi. E ancora: “Ti ho inviato due mail, la prima con la macrostruttura. La seconda con gli atti da compiere e relativa tempistica. Confermami ke hai ricevuto le mail e ke riesci ad aprire gli allegati. Ps gira le mail solo a V. e Daniele mi raccomando”. Mentre Marra scriveva e, almeno nella sua testa, decideva l'organigramma del Campidoglio, non sapeva che le sue parole un giorno sarebbero diventate di pubblico dominio. E così parlava anche di Marcello Minenna e di Carla Raineri: “Hai letto la mia email circa il compenso di mm? Se lui vuole guadagnare di più potrebbe fare il capo della Ragioneria al posto di Fermante e V. potrebbe tenere la delega al bilancio. Mentre per il magistrato potrebbe continuare a svolgere l'incarico attuale di capo dell'anticorruzione (quello cioè ke le ha conferito Tronca) e ke lei ha accettato!!! Così sono sistemati tutti e due!!!”. Una vicenda che l'ex capo del personale del Campidoglio vuole chiarire: "Ho dato disposizioni ai miei avvocati (il penalista Francesco Scacchi ndr) di non presentare alcuna istanza di scarcerazione – afferma Marra davanti al gip che lo interroga nel carcere di Regina Coeli - Il mio rapporto con il Movimento (Cinquestelle ndr) - aggiunge - è assolutamente inesistente. Io conoscevo una persona del Movimento che si chiama Salvatore Romeo e perché era un mio funzionario al dipartimento Partecipazione, questo era il rapporto che avevo. Io sono una persona perbene, non sono un corrotto, non ho mai aiutato nessuno, questo deve essere chiaro". Insomma: Io voglio rimanere in galera – spiega Marra - Io devo rimanere qua sino a quando non sarò sufficientemente in grado di dimostrare la mia estraneità. Io sono una persona perbene, non sono un corrotto, non ho mai aiutato nessuno, questo deve essere chiaro... Voglio uscire da qua dentro con tutta la dignità che merito". E sul rapporto con l'immobiliarista, l'indagato spiega: "Nel 2016 penso di aver incontrato Scarpellini una o due volte. Diciamo che il rapporto avuto con lui è un rapporto in cui nella vita ci saremo incontrati in sei anni forse dieci volte, dodici volte, lo potete verificare". Poi l'uomo precisa anche la sua ascesa all'interno del Campidoglio: "Sono rientrato al Comune di Roma su forte impulso del sindaco Raggi ma avevo più volte manifestato la mia indisponibilità a rientrare proprio perché avevo anticipato che ci sarebbero stati degli attacchi assolutamente strumentali nei miei confronti, la stessa cosa era successa inizialmente, nel 2010 e poi nel 2013, quando c'era il sindaco Marino". 

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