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Lo stadio della Roma pronto nel 2020

Prima pietra entro il 2017. Campidoglio al lavoro sulla delibera del nuovo progetto ma è scontro sulle cubature e le opere pubbliche. La Lazio alla Raggi: "Adesso tocca a noi"

Silvia Sfregola
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Il giorno dopo lo "storico" accordo sullo Stadio di Roma, che si farà e a Tor di Valle, ci si interroga su quanto il progetto abbia perso per strada. Il braccio di ferro tra amministrazione capitolina a 5 Stelle e club giallorosso ha chiuso in extremis un questione che si stava trasformando in un affare di stato, più che di stadio. Resta il fatto che il progetto uscito dopo il vertice in notturna è di fatto un progetto "dimezzato", con oltre il 50% delle cubature lasciate in cantiere. Potrebbero infatti essere a rischio alcune opere pubbliche annunciate con il primo piano presentato dalla proponente. Fonti del Campidoglio comunque assicurano che l'inizio lavori sarà già nel 2017 e la prima partita nel nuovo stadio, per la As Roma, nel 2020. Ovviamente se tutto dovesse filare senza intoppi burocratici. E il primo potrebbe essere la conferenza dei servizi del 3 marzo. Dovrebbe essere presentato proprio in questa sede il progetto 2.0 dello stadio, ma non è escluso che i proponenti chiedano più tempo. Taglio delle cubature e opere pubbliche Sulla questione opere pubbliche a battere i piedi è il gruppo capitolino del Pd che si dice "soddisfatto perché si tratta di un progetto che il gruppo ha sempre sostenuto" ma non sono ancora chiari, denunciano "iter amministrativi, impegni finanziari e opere pubbliche. Su questi punti attendiamo chiarimenti, in sede di assemblea capitolina, circa i nuovi termini dell'accordo raggiunto". I Dem di Palazzo Senatorio chiedono con forza infatti che la Raggi "garantisca l'esecuzione delle opere pubbliche. Il gruppo del partito democratico vigilerà affinché questo accordo non sia a ribasso rispetto ai servizi pubblici da erogare in quel quadrante". Critici i Verdi che accusano: "La sindaca Raggi con lo stadio della Roma, sembra avere fatto il gioco delle tre carte, nascondendo quelle che non le fanno comodo e mostrandone una falsa. Intanto parla di cubature diminuite quando queste, rispetto a quanto prevedeva il PRG, sono comunque aumentate in maniera esponenziale". La location di Tor di Valle scelta 4 anni fa L'accordo per il nuovo stadio della Roma a Tor di Valle conferma definitivamente una scelta che risale al 22 dicembre del 2014 quando l'assemblea capitolina votò il riconoscimento del "pubblico interesse" al progetto dell'As Roma e della società Eurnova di realizzare l'impianto di proprietà del club giallorosso al posto del dismesso ippodromo del trotto. Ma perché è stata scelta quell'area? L'annuncio ufficiale della location risale addirittura al 31 dicembre 2012, oltre quattro anni fa. Il sito di Tor di Valle fu selezionato dall'As Roma assieme all'immobiliare Cushman & Wakefield, tra 80 aree possibili. Il 50,4% di terreni dell'area Tor di Valle al momento sono di proprietà della società Eurnova del costruttore Luca Parnasi e coincidono con l'ippodromo, che è chiuso da gennaio 2013, complice la crisi del settore delle corse dei cavalli, le cui tribune sono ormai in pessimo stato di conservazione. Già nel 2010 Eurnova sottoscrisse un preliminare di acquisto per 42 milioni di euro con gli ex proprietari dell'ippodromo, Gaetano e Umberto Papalia. Sui passaggi di proprietà precedenti alla vendita, la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta per bancarotta che però nel 2015 si è conclusa con l'archiviazione. Con il via libera al progetto, il costruttore dovrebbe rilevare anche l'altra metà dei terreni opzionati: il 41,6% sono di un privato mentre il restante 8% è pubblico. Per realizzare l'operazione, Parnasi e la proprietà americana del club giallorosso hanno dato vita alla società Stadio Tdv, che di fatto realizzerebbe l'opera per poi affittarla. I tifosi esultano Gigi Proietti, che all'ex Ippodromo di Tor di Valle nel 1976 girò 'Febbre da Cavallo', gongola: "Uno stadio per la Roma ci vuole, e lo dico da cittadino prima ancora che da sportivo. Qualsiasi cosa si faccia, riguarda l'aggregazione e dunque è un bene". Secondo il comico romano infatti "Roma ha bisogno di muoversi, di allargarsi, di uscire fuori dal suo letargo. Da cittadino sento il bisogno di attività che ci facciano sentire vivi". Anche Luciano Spalletti, mister della squadra, saluta con soddisfazione l'ok al progetto: "E' una cosa importante, il risultato raggiunto è una cosa straordinaria e fondamentale per la città". La Lazio: "Adesso tocca a noi" E superato l'ostacolo anche la Lazio si rifà avanti: "Il sindaco di Roma Virginia Raggi e la sua giunta sicuramente consentiranno di costruire anche per gli appassionati sostenitori dei colori biancocelesti, il proprio stadio, secondo i propri criteri di localizzazione, di efficienza e di qualità dell'impianto, senza ricorrere allo stratagemma dello Stadio Flaminio che non ha alcun requisito e condizione oggettiva per essere lo stadio della Lazio".

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