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Aborto, medici e vescovi contro Zingaretti. Ma il presidente della Regione Lazio tira dritto

Silvia Sfregola
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Non si placa la polemica, a Roma, per il caso dei ginecologi non obiettori all'ospedale San Camillo. Dopo la giornata di ieri, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti spiega le ragioni del concorso indetto dalla Regione. Non c'è nessuna volontà di riproporre scontri ideologici su temi così delicati, sottolinea il presidente. "Nessuna guerra di religione - spiega - vogliamo solo garantire un diritto. L'importante è che i radicalismi non si impossessino di questi argomenti". Ieri i vescovi, poi il governo, nella persona del ministro della Salute Beatrice Lorenzin hanno sollevato non trascurabili obiezioni. Per la Cei, addirittura, con questo bando viene snaturata la legge 194. Lo scontro A dare man forte oggi poi è intervenuto anche l'Ordine dei medici di Roma che tuona: "Prevedere un concorso soltanto per non obiettori di coscienza ha il significato di discriminazione di chi esercita un diritto sancito dalla bioetica e dalla deontologia medica. Soltanto ragioni superiori potrebbero consentire di superare il diritto fondamentale di invocare legittimamente l'obiezione di coscienza in determinate situazioni". E ancora: "Queste ragioni superiori non ci risulta esistano. Infatti, non risulta che i servizi di interruzione volontaria di gravidanza, nel rispetto della legislazione, non siano mai stati assicurati nell'azienda sanitaria pubblica. Inoltre, ove si verificassero difficoltà ad assicurare il servizio in questione si avrebbero numerosi strumenti normativi di carattere flessibile, che, utilizzati, potrebbero tranquillamente superare tali ipotetiche difficoltà". Dice la sua anche Emma Bonino, da sempre in prima linea per la tutela dei diritti. "Penso che la legge sia molto chiara - dice - e le istituzioni devono applicare la legge e garantire il servizio. In molte regioni sappiamo che non è così proprio per l'abuso dell'obiezione di coscienza. È un modo di applicare la legge. Ora, a parte la coscienza di ciascuno, compito dello Stato è far applicare le leggi. Non è una discriminazione per nessuno, è semplicemente, finalmente, applicare la legge". Dall'altro versante invece Fratelli d'Italia con Giorgia Meloni che afferma: "È terrificante che in Italia si faccia di tutto per garantire la libertà di abortire e allo stesso tempo si voglia vietare la libertà di rifiutare la pratica dell'aborto. È una dittatura della morte che combattiamo e non accetteremo mai". Rincara poi la dose il cardinale Ruini. "Il mio parere - dice - è che si tratta di una forzatura abortista rispetto a quelle che sono la lettera e lo spirito della legge 194, il suo scopo non è per nulla quello di portare chi lo desidera ad abortire, di aprire possibilità in questo senso, semmai essa intende aiutare a non abortire, e in questo senso davvero parlerei di prevenzione".

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