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Stadio della Roma, il soprintendente Eichberg a tinte biancocelesti

Il fratello è il vicepresidente della Polisportiva Lazio: "Ma lei non sa nulla di calcio". La difesa: "Il pallone non mi interessa". Il rapporto con Italia Nostra che ha chiesto il vincolo su Tor Di Valle

Fernando M. Magliaro
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C'è un filo unico, e non è rosso. Ma per buttarla sul tifo è a tinte biancocelesti. Unisce la soprintendente, Margherita Eichberg, la sua volontà di apporre il vincolo "Stadio Flaminio" sulla carcassa dell'ippodromo di Tor di Valle, il solito giro di architetti-urbanisti profeti del "no" ad ogni costo e Italia Nostra. E perché no, secondo i tifosi giallorossi, tira in mezzo anche la Lazio. La soprintendente Eichberg dichiara di non avere interesse nel calcio e di non essere tifosa. Il contrario del fratello, Federico, vicepresidente vicario della Polisportiva Lazio. Un pedigree che per i tifosi rende la Soprintendente "sospetta". Contattato da Il Tempo, il numero due biancoceleste la mette così: "Mi auguro che sia Roma che Lazio possano avere entrambe uno stadio di proprietà nel rispetto delle regole. Margherita? Quando siamo insieme siamo una famiglia. Lei non segue il calcio e non parliamo dei nostri lavori". Poi c'è della soprintendente con l'associazione ambientalista Italia Nostra alla quale appartiene anche Emanuele Montini, anti-stadio, noto alle cronache per esser... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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