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Bufera sull'sms scritto da Di Maio su Marra, Grillo attacca: Giornalisti killer

Luigi Di Maio, sul monitor Raffaele Marra

Dopo le accuse al vice presidente della Camera di aver protetto Raffaele Marra, ora spunta anche un messaggio. Il leader M5s: "La misura è colma"

Silvia Sfregola
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Gli articoli sull'sms nel quale Luigi Di Maio definisce Raffaele Marra "servitore dello Stato" innescano un nuovo durissimo scontro tra M5s e la stampa. Beppe Grillo difende il vicepresidente della Camera e lancia l'hashtag #GiornalismoKiller. "La misura è colma. Solidarietà a Luigi Di Maio per il tentativo di killeraggio nei suoi confronti", scrive su Twitter, e sul suo blog rincara: "Oggi quattro giornalisti differenti su tre giornali diversi riportano la stessa fake news su Luigi Di Maio. La faccenda è di una gravità inaudita perché quello che hanno scritto è falso, fuorviante e non verificato: perché le parziali informazioni in loro possesso sono state pubblicate senza compiere tutte le dovute verifiche al fine di uccidere la reputazione di Di Maio. La buona notizia è che possiamo dimostrare, prove alla mano, non solo che mentono ma che sono in mala fede". Il leader del MoVimento quindi fornisce la sua versione di quello che, accusa, sui giornali è un sms pubblicato in modo "parziale e non verificato, accompagnato da una ricostruzione montata ad arte il cui fine è uccidere la reputazione di Di Maio". Grillo posta uno screenshot del messaggio, in cui si legge "Quanto alle ragioni di Marra. Aspettiamo Pignatone (il MoVimento 5 Stelle aveva chiesto alla Raggi di far verificare il nominativo Marra a Pignatone, il procuratore di Roma, ndr). Poi insieme allo staff (quello che allora era chiamato mini direttorio, ndr) decidete/decidiamo. Lui non si senta umiliato. È un servitore dello Stato (Marra era della Guardia di Finanza, ndr). Sui miei (intendendo chiaramente i suoi collaboratori, ndr) il MoVimento fa accertamenti ogni mese. L'importante è non trovare nulla". A sua volta Di Maio va al contrattacco su Facebook: "Non mi lascio intimidire da nessuno e chiedo ai giornalisti per bene e ai cittadini di starci vicino e di starmi vicino. Chiedo ufficialmente le scuse ai direttori e la finiamo qua. Ma se si vuole continuare su questa linea, allora dico a voi che mi ascoltate di diffondere le verità e di dubitare di ogni titolo o articolo che leggete. Io ho raggiunto il limite di sopportazione, sono stato gentile con tutti, ma adesso basta". Il web si schiera con il vicepresidente della Camera, e sul blog di Grillo piovono commenti di solidarietà e pesantissimi insulti ai giornalisti "malfattori, nonché spacciatori di notizie false", o ancora "patetici scribacchini" e "servi delle lobby". 

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