IL DELITTO DEL COLLATINO

Omicidio Varani, il pm chiede 30 anni per Foffo e il processo per Prato

Andrea Ossino

Hanno narcotizzato, seviziato e ucciso Luca Varani. Per questo Manuel Foffo e Marco Prato devono essere processati e condannati. Al termine di una requisitoria durata oltre due ore, il sostituto procuratore Francesco Scavo, ha così sollecitato una condanna a 30 anni di reclusione nei confronti di Foffo, lo studente di giurisprudenza fuori corso, mentre ha chiesto al giudice per le udienze preliminari di rinviare a giudizio Prato, l'organizzatore di eventi. Il primo infatti aveva chiesto e ottenuto di essere processato con rito abbreviato, sperando dunque di ottenere una riduzione pari a un terzo rispetto all'eventuale condanna che i giudici di piazzale Clodio potrebbero emettere con un rito ordinario. Il secondo invece potrebbe ritrovarsi nell'aula della corte d'assise di Roma, davanti a una giuria popolare. Entrambi gli imputati sono accusati di concorso in omicidio premeditato e pluriaggravato dalla crudeltà, le sevizie, i motivi abbietti e futili e per il fatto che i due avrebbero "posto la vittima in uno stato di incapacità di reagire, attraverso la somministrazione di sostanze psicotrope". Nel marzo scorso, in quell'appartamento al Collatino, Luca Varani aveva infatti bevuto un drink fatale. Il ragazzo non poteva sapere che nel bicchiere era stato precedentemente sciolto dell'Alcovar, una sostanza capace di stordire una persona. Così quando aveva capito che qualcosa non andava era corso in bagno. Lì aveva vomitato ed era svenuto. Trascinato in camera da letto, il ragazzo si lamentava ancora mentre i due indagati lo colpivano 107 volte alle gambe, al torace e anche al volto. Luca però non moriva. Neanche quella coltellata al petto aveva stroncato la sua voglia di vivere. Ma le ferite inferte erano troppe. E così, avvolto in un piumone, ai piedi del letto, era deceduto lentamente. Nelle ore seguenti i due indagati avevano scelto strade differenti: Prato si era chiuso in una camera d'albergo e aveva provato a suicidarsi, mentre Foffo, dopo essere stato al funerale di un parente, aveva raccontato tutto al padre, quindi agli inquirenti. Da quel momento la storia di uno dei delitti più cruenti a cui la Città Eterna abbia assistito era venuta alla luce. E adesso, almeno per Foffo, manca un'ultima udienza prima che la corte emetta la sentenza e con essa un primo punto a questa vicenda surreale.