Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Due polizze inguaiano la Raggi. Romeo la difende: "Nessuna relazione"

Il sindaco di Roma Virginia Raggi

Susanna Novelli
  • a
  • a
  • a

"Prima che su questa storia si costruiscano castelli in aria, voglio dire che mi dispiace innanzitutto aver arrecato danno alla Sindaca e a tutto il MoVimento 5 stelle". È un passaggio del lungo post di Salvatore Romeo pubblicato su Facebook in cui l'ex capo della segreteria politica della sindaca Virginia Raggi la difende e spiega la sua versione sulla questione della doppia polizza vita. "L'ho scelta - scrive - per una grande stima e amicizia, non c'è stata e non c'è alcuna relazione" spiega Romeo mentre una nuova bufera si abbatte sulla sindaca di Roma e la causale delle polizze la travolge come uno tsunami. Sotto la lente due polizze e la causale: "Relazione sentimentale"  Mentre va avanti l'inchiesta per abuso di ufficio e falso in atto pubblico a carico della sindaca, emergono una serie di dettagli sui rapporti tra la Raggi e i suoi fedelissimi, a cominciare proprio dall'ex capo della sua segreteria Romeo che nel gennaio 2016 le intestò due delle sue polizze sulla vita. Dei due contratti, uno, senza scadenza, ammonta a 30 mila euro; l'altro, di tremila euro, scadrà nel 2019. Le polizze sono strumenti di investimento finanziario che Romeo utilizza da anni e che, secondo la testimonianza di Raggi e di altri militanti del M5s sentiti nei giorni passati dagli inquirenti, non sono mai stati usati per gestire i soldi del Movimento. Le causali indicate su ogni polizza da Romeo sono spesso evidentemente farlocche, come nel caso in cui indica come "figlia" una donna nove anni più giovane di lui, e fanno riferimento, anche nel caso di Virginia Raggi, alla sfera di rapporti personali. Gli inquirenti che hanno controllato nelle settimane passate i flussi finanziari legati a tali contratti sono certi si tratti dei risparmi di Romeo, ma non è dato sapere per quale motivo l'ex capo della segreteria politica del Campidoglio avesse scelto, qualche mese prima di assumere la prestigiosa carica, la sua futura "datrice di lavoro" per intestarle 33 mila euro in polizze. La nomina a capo della segreteria politica, arrivata per Romeo nell'estate del 2016, gli ha triplicato lo stipendio: da 39 mila euro lordi l'anno, a 110 mila, scesi successivamente a 93 mila dopo l'intervento dell'Autorità nazionale anticorruzione. Le assicurazioni sulla vita, stipulate da Romeo dal 2000 a oggi, ammontano oggi a 132 mila euro complessivi: i beneficiari sarebbero più volte cambiati nel costo degli anni. Al momento ci sarebbero una decina di intestatari tra i quali, oltre a Virginia Raggi che avrebbe preso il posto dell'ex M5s Alessandra Bonaccorsi nel gennaio del 2016, altri colleghi, dipendenti comunali e militanti pentastellati. Raggi: "Non sapevo nulla, sono sconvolta" Raggi anche davanti ai pm ha dichiarato di non sapere nulla di tali assicurazioni e, in ogni caso, chi indaga conferma che non ne avrebbe tratto alcun vantaggio economico se non in caso di morte di Romeo. Proprio per questo, la vicenda non apre nuovi fronti giudiziari per la sindaca, ma di certo non la aiuta a uscire dalla bufera di critiche che ormai le arrivano da più fronti, compreso almeno un pezzo del MoVimento Cinque Stelle. Poco dopo il post di Romeo che parla di stima e nega qualunque relazione sentimentale arriva quello della Raggi in cui la sindaca racconta l'interrogatorio fiume di ieri dai pm In mattinata la Raggi, arrivata in Campidoglio, aveva ribadito di non pensare alle dimissioni e di sentirsi ancora parte del MoVimento Cinque Stelle. "La sfiducia non è un'ipotesi reale" aveva dichiarato assediata dai giornalisti sull'ennesima incredibile vicenda sulla gestione del Campidoglio a 5 stelle. E per stemperare l'atmosfera aveva provato persino a scherzare: "Se ho sentito Grillo? Sì, mi ha detto che farà polizze per tutti". Un sarcasmo tuttavia fuori luogo in una Capitale ancora col fiato sospeso. "Non mi dimetto, ho la fiducia di Grillo". Ma la sindaca è sotto assedio Il clima dal Campidoglio a Palazzo Madama fino a Montecitorio è quello della resa. Le pressioni per far dimettere la Raggi entro il 24 febbraio sono fortissime. Questo è infatti il termine entro il quale le dimissioni di sindaco e giunta consentirebbero di rimandare i romani al voto a giugno. Un'ipotesi che tutti i partiti stanno prendendo in seria considerazione nonostante nessuno osi ancora parlare di dimissioni. Difficile tuttavia tenere in sella un sindaco che a sette mesi dall'inizio del mandato ha detto solo "no" senza proporre un progetto concreto d crescita e sviluppo di una capitale al collasso economico e sociale. L'ombra delle polizze accese da un funzionario comunale poi divenuto capo segreteria, Salvatore Romeo, a favore della Raggi e di altri esponenti del MoVimento romano è davvero troppo lunga. Soprattutto per i romani che da tre anni sono vittime di scandali, inchieste, goffaggini, ingenuità presunte mentre le tasse aumentano e i servizi calano. Intanto in Campidoglio si susseguono riunioni e incontri con assessori e consiglieri. Ma lo sguardo e l'attesa è sempre e solo per Grillo. Il suo silenzio è destinato a rompersi a breve.

Dai blog