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Alla Raggi la polizza vita di Romeo, poco dopo la nomina a caposegreteria. La sindaca: "Non sapevo nulla"

Il sindaco di Roma Virginia Raggi

Davide Di Santo
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È sconvolta ma non si dimette. Stretta tra inchieste giudiziarie e polemiche di chi, anche nel Movimento 5 stelle, da tempo la vorrebbe scaricare, Virginia Raggi "va avanti". È lei stessa a comunicarlo dopo l'interrogatorio fiume con i pm della procura di Roma, che la accusano di abuso d'ufficio e falso in atto pubblico. La sindaca assicura che della polizza intestatale da Salvatore Romeo non era stata informata e che tutto si svolto a sua insaputa: "Romeo? Ho appreso stasera. Sono sconvolta. È stato un interrogatorio molto tranquillo ho risposto a tutte le domande". E ancora: "C'è molto lavoro da fare qui a Roma, dobbiamo portarlo avanti". Per oltre otto ore, ieri, la Raggi ha parlato, in una caserma del Tuscolano con il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Francesco Dall'Olio, titolari dell'inchiesta a suo carico. L'inchiesta Cuore dell'indagine la nomina del fratello dell'ex capo del personale del Campidoglio Raffaele Marra, Renato, alla direzione del dipartimento Turismo, e proprio da lì sono partiti i magistrati, che alla sindaca hanno chiesto i dettagli della scelta di quella e altre persone. Perché Raggi ha deciso di mettere a capo di un dipartimento importante, come quello che si occupa di turismo a Roma, il fratello vigile urbano dell'allora suo strettissimo collaboratore? Nel giro di poco Renato Marra si è trovato a guadagnare molto più di prima e a ricoprire un ruolo di responsabilità in un settore nel quale non aveva particolari esperienze pregresse. La scelta sarebbe arrivata senza aver consultato altre candidature, e gli inquirenti sono convinti, anche grazie a una serie di conversazioni via chat acquisite nel corso delle indagini, che Raffaele Marra abbia avuto un ruolo non da poco nella decisione. Per questo motivo, il fascicolo vede indagato per abuso d'ufficio anche l'ex capo del personale del Campidoglio, detenuto dal 16 dicembre scorso nel carcere di Regina Coeli per un'altra inchiesta nella quale risponde dell'accusa di corruzione. Le assicurazioni sulla vita Ma i guai di Raggi non finiscono qui, e a complicarne la situazione arriva la notizia secondo la quale Salvatore Romeo, il fedelissimo di Virginia Raggi diventato capo della sua segreteria politica lo scorso agosto, nel gennaio del 2016 avrebbe indicato in Virginia Raggi la nuova beneficiaria di alcune polizze vita da lui sottoscritte tempo prima, con un investimento di 30mila euro. L'operazione finanziaria, bizzarra se si pensa che solitamente le polizze sulla vita sono intestate a parenti o amici stretti, sarebbe avvenuta qualche mese prima della vittoria elettorale di Virginia Raggi che, una volta divenuta prima cittadina avrebbe scelto Romeo per il prestigioso incarico, triplicandogli lo stipendio (da 39mila euro lordi l'anno, a 110mila, scesi successivamente a 93mila dopo l'intervento sulla nomina dell'Autorità nazionale anticorruzione). Anche di questo, sebbene in merito non ci siano per il momento accuse formali alla sindaca, i pm hanno parlato lungamente nel corso dell'interrogatorio. "A mia insaputa" "Romeo? Ho appreso stasera. Sono sconvolta". Con queste parole il sindaco Virginia Raggi ha commentato la vicenda relativa alle polizze assicurative stipulate dall'ex capo della segreteria politica Salvatore Romeo. Dunque, il primo cittadino di Roma, avrebbe beneficiato di una polizza vita "a sua insaputa". "È stato un interrogatorio molto tranquillo - ha aggiunto la Raggi uscendo dalla caserma al Tuscolano - ho risposto a tutte le domande". E ancora: "C'è molto lavoro da fare qui a Roma, dobbiamo portarlo avanti". Nuovi scenari La vicenda, se confermata, potrebbe aprire un nuovo fronte giudiziario, difficile da affrontare per una sindaca già al centro di polemiche ogni giorno più aspre, dentro e fuori il Movimento 5 stelle. L'indagine sulla nomina di Renato Marra è scaturita dall'acquisizione, da parte della procura, del parere con cui l'Autorità nazionale anticorruzione aveva evidenziato un conflitto di interessi. Oltre all'abuso d'ufficio, a Raggi viene contestato il reato di falso in atto pubblico, perché avrebbe detto al responsabile anticorruzione del Campidoglio di aver agito in assoluta autonomia. Il fascicolo sulla nomina di Renato Marra è confluito in un'inchiesta aperta mesi fa su alcune delle principali nomine fatte da Raggi poco dopo l'elezione, tra le quali quella di Salvatore Romeo. Proprio le polemiche scaturite dalla notizia dell'apertura dell'indagine portarono, nel dicembre scorso, alle dimissioni di Salvatore Romeo.

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