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Scuole fredde dopo le feste? I tecnici del Comune: è colpa della Protezione civile

Katia Perrini
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Ai tecnici del Simu non è arrivata «alcuna segnalazione da parte della Protezione civile di Roma» in merito a una possibile allerta gelo, per questo motivo «non si è aperto alcun tavolo per gestire la riapertura delle scuole e l'accensione dei riscaldamenti negli edifici». A spiegarlo è l'ingegnere Domenico Leccese, responsabile della Gestione, progettazione, costruzione e manutenzione impianti di riscaldamento e di condizionamento dell'Unità organizzativa Impianti tecnologici del Simu, audito stamattina in commissione capitolina Trasparenza, presieduta da Marco Palumbo (Pd), sul caso "scuole fredde" a Roma che ha riguardato 62 impianti su 1.137 totali di competenza comunale, dai nidi alle medie inferiori, e quindi secondo i responsabili «la stragrande maggioranza delle aule era al caldo». I TECNICI: ATTIVATI SOLO DA COMUNICAZIONE SINDACA RAGGI I tecnici hanno operato «sulla base di una comunicazione diretta del sindaco Raggi e non quindi sulla programmazione seguita a un'allerta» come invece avvenuto diverse volte in passato. «Nel 2012 c'era stata un'allerta della Protezione civile e si era aperto un tavolo di crisi per programmare - ha detto Leccese - mentre quest'anno non è arrivato nulla, quindi io stesso, vedendo le previsioni meteo, il 5 gennaio ho suggerito l'accensione anticipata di due ore. Visto però il freddo abbiamo anticipato di altre due ore accendendo i riscaldamenti alle 3, ritenendo congrua una pre-accensione di cinque ore prima dell'inizio delle lezioni». Dopodichè, ha sottolineato l'ingegnere, «il fatto che si sia anche deciso di accendere i riscaldamenti sabato alle 18, quindi 33 ore prima delle lezioni, non è che assicuri al 100% che lunedì tutto sia funzionante, perché noi comunque gestiamo gli impianti in via telematica e non direttamente sul luogo». In pratica, «quando si imposta una programmazione il server comincia a chiamare una per una le centraline dei singoli edifici con una telefonata, come se fosse un fax. Alcune, risultate occupate, non hanno preso subito la programmazione e sono partite più tardi. Bisognava quindi allertare le scuole in cui la programmazione non era partita, ma non si poteva fare fare perché sabato non avevamo accesso alle scuole per eventuali interventi. Per farlo - ha spiegato sempre Leccese - ci deve essere una programmazione a monte con l'allerta meteo della Protezione civile comunale che allerta il sindaco e quindi si apre un tavolo. A noi, però, dalla Protezione civile non è arrivato nulla». Il tema di fondo però è che «le problematiche ci sono tutte le mattine perché si tratta di macchine termiche. E noi abbiamo una diffusione su 1.200 chilometri quadrati con caldaie spesso di oltre 25-30 anni in edifici con anche più di 100 anni: quando si va a -5, un impianto programmato per zero gradi va in crisi». M5S: SERVIVA ALLERTA PROTEZIONE CIVILE Monica Montella, vicepresidente della commissione Trasparenza e consigliere M5S, ha concluso: «L'ingegnere Leccese ci ha spiegato che di solito tutti gli anni parte di default la programmazione, in cui è previsto un riscaldamento maggiore al rientro nelle scuole a gennaio dopo le festività. Se c'è un caso particolare di temperature così basse ci vogliono altri interventi, come l'allerta della Protezione Civile». 

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