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Truccavano i bancomat per clonare i codici: sei arresti

Nel mirino gli sportelli più frequentati, da via del Corso a San Pietro

Silvia Sfregola
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Sei persone arrestate, sorprese mentre applicavano e poi smontavano apparecchiature per la clonazione da sportelli bancomat del centro di Roma, è frutto di una meticolosa indagine che si inserisce nel piano di controllo straordinario "Natale Sicuro" messo in atto dai Carabinieri del Comando Provinciale di Roma. Nel mirino dei Carabinieri, oltre a borseggiatori, scippatori e rapinatori di attività commerciali, ci sono infatti soprattutto gli autori dei cosiddetti "reati canaglia": autori di artifici e raggiri che colpiscono i più deboli o ignari cittadini che in questi giorni che precedono il Natale affollano le vie del Centro Storico. In tale contesto, l'attenzione dei militari è rivolta agli sportelli bancomat che, soprattutto nel fine settimana, vengono manomessi da bande di clonatori, principalmente cittadini dell'Est Europa, per rubare i codici delle bande magnetiche e i pin delle carte di credito e bancomat degli inconsapevoli utilizzatori. Nello specifico, i Carabinieri della Stazione Roma San Lorenzo in Lucina hanno arrestato 3 persone in esecuzione di un'ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, per i reati di associazione per delinquere, finalizzata alla clonazione di carte di credito previa illecita captazione dei codici Pin (Personal Identification Number) e Pan (Personal Account Number) mediante l'installazione di apparecchiature elettroniche "skimmer" su sportelli Atm Bancomat. Altri 3 appartenenti all'organizzazione sono già reclusi perché arrestati nei giorni scorsi in flagranza di reato. L'ordinanza è stata emessa dal Gip del Tribunale dei Roma, Dottor Maurizio Caivano, che ha accolto le richieste avanzate dal Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Roma, Dottoressa Nadia Plastina. Grazie anche al supporto dei Servizi Interbancari, di attività tecniche, di analisi dei tabulati del traffico telefonico e telematico, nonché dei servizi di osservazione e pedinamento, anche informatico con il monitoraggio dei profili social-network, i Carabinieri hanno disarticolato un sodalizio criminale composto dunque da 6 persone, tutte di nazionalità romena, specializzate nella manomissione degli sportelli bancomat come descritto, nella successiva clonazione delle carte di credito e bancomat e nell'utilizzo fraudolento delle carte clonate. Gli sportelli bancomat venivano scelti accuratamente tra quelli più frequentati del centro storico capitolino (Via del Corso, Corso Vittorio Emanuele II, Largo di Torre Argentina e San Pietro). Dopo essersi impossessati dei codici pin e pan, mediante l'uso di sofisticati software e apparecchiature appositamente costruite, li riversavano su supporti magnetici "vergini" con i quali effettuavano prelievi di denaro contante, utilizzando i Pin, per svariate migliaia di euro presso altri sportelli Atm. Talvolta i dati rubati venivano inviati, tramite social network come Facebook e Telegram, in altri Paesi Extraeuropei dove complici, in fase di identificazione, effettuavano poi i prelievi di denaro contante. Inoltre è stata scoperta la clonazione di un indefinito numero di carte bancarie, transitate presso gli sportelli Atm manomessi, numero non incrementato ulteriormente solo grazie all'intervento dei Carabinieri, che spesso hanno sequestrato le apparecchiature, salvaguardando quindi i dati di migliaia di ignari turisti e cittadini della Città Eterna. Le attività investigative, condotte dalla Stazione Carabinieri Roma-San Lorenzo in Lucina, hanno consentito di sequestrare apparecchiature "Skimmer Device", composte da micro-telecamere occultate all'interno di apposite cover posticce, applicate sulla struttura originale dello sportello Bancomat (in grado di filmare i codici pin digitati), e da lettori di banda magnetica (skimmer) posizionati nelle feritoie di introduzione delle carte di pagamento (in grado di leggere e copiare le numerazioni Pan impresse sulle bande magnetiche dei supporti magnetici stessi).

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