CAOS A 5 STELLE
"Così Raggi ha difeso Marra e Romeo" Le accuse bomba dell'ex capo di gabinetto Carla Raineri E spunta pure Di Maio
In principio fu Carla Raineri. È attorno alla sua nomina che gira tutta la vicenda che ha travolto i fedelissimi di Virginia Raggi e che, giurano i ben informati, presto travolgerà anche la sindaca. Il magistrato, nominato capo di gabinetto, è stata presto defenestrata, insieme all'assessore al Bilancio Marcello Minenna, e il motivo sarebbe stata proprio la guerra interna all'amministrazione con gli esponenti del "Raggio magico". Su tutti Raffaele Marra e Salvatore Romeo. Non a caso Raineri ha presentato un esposto (da cui sarebbe partita l'indagine sulle nomine che ha portato la Guardia di Finanza in Campidoglio). E oggi che Raggi prova a salvare il salvabile rilancia, dalle pagine di Repubblica, le sue accuse. "Il clima che ho respirato - in Campidoglio - racconta - era surreale. Mi ha ricordato il film Le mani sulla città. Riunioni segrete, decisioni strategiche prese nel chiuso di una stanza ed affatto condivise con me. L’ho scritto anche nel "memoriale": ho trovato un gabinetto che era un guscio vuoto. Di fatto era stata costituita una struttura parallela, il cui capo era Romeo, che si comportava da padrone, con modi villani; mentre Marra, pur essendo formalmente il mio vice, riferiva direttamente alla sindaca. Io ero sempre bypassata. In un mese ho visto la Raggi in privato una sola volta e solo perché ho preteso un colloquio chiarificatore". Raineri racconta di aver comunicato alla sindaca che non avrebbe avallato la nomina di Romeo capo della segreteria ("la ritenevo illegittima") e di averle chiesto di sostituire Marra, all'epoca suo vice, con un "colonnello dei Carabinieri". Il motivo? "Quando sono arrivata - prosegue - alcuni ufficiali della GdF e dei Carabinieri sono venuti nel mio ufficio per segnalarmi l’inopportunità di trattenere Marra nel gabinetto. Soprattutto di stare attenta perché lui aveva trascorso la sua vita a fare dossieraggi, ad acquisire informazioni per usarle poi come armi di ricatto". Secondo il magistrato in più occasioni sia lei che Minenna avvertirono la sindaca. Ma lei non fece niente. "Ecco perché - conclude - ora deve dare una spiegazione vera del perché ha preferito tenersi Marra e Romeo, pugnalando me e Marcello alle spalle. Marra era il suo braccio destro. Lo sapevano tutti. In Campidoglio non si muoveva foglia senza l’avallo suo e di Romeo". Quindi una "bomba" su Luigi Di Maio: "Io non l’ho mai incontrato. Ma a quanto mi ha riferito Minenna, per convincerlo ad accettare l’incarico di assessore Di Maio gli garantì che noi avremmo avuto mani libere. Poi però Marra e Raggi gli chiesero un incontro ed evidentemente ottennero il sostegno alla nostra eliminazione".