DEGRADO CAPITALE
A Roma occupare un palazzo costa solo 800 euro
Occupare e danneggiare un palazzo costa solo 800 euro. Ieri la seconda sezione penale del Tribunale di Roma, in composizione monocratica, ha condannato il noto attivista di «Action» Nunzio D’Erme e altri 15 militanti del movimento per il diritto all’abitare a pagare una multa da 800 euro per aver invaso arbitrariamente il 22 maggio del 2009 un immobile con 30 appartamenti e l’annesso hotel «La Mela», a Tor Vergata, di proprietà del noto immobiliarista Danilo Coppola. Il pubblico ministero Mario Pesci aveva chiesto una condanna a 2 anni di carcere, ma il giudice ha deciso di applicare soltanto una pena pecuniaria. Il blitz era nato come una sorta di rivalsa dopo che il movimento il giorno prima, ossia il 21 maggio, aveva occupato una palazzina Ater e poi era stato costretto dalle forze dell’ordine a sgomberarla. Era stato così che l’indomani circa 70 famiglie, insieme ai militanti di «Action», avevano occupato l’hotel «La Mela» di via Vincenzo Manzini, poi liberato poche ore dopo. Provocatorio il comunicato con il quale gli attivisti avevano dichiarato di aver «lanciato un’Opa» sull’albergo. Specificando, ironicamente, che «Opa» sta per offerta pubblica di affitto, e non, come vuole il significato originario dell’acronimo, offerta pubblica d’acquisto. Il gioco di parole faceva riferimento al proprietario dell’immobile, ossia il Gruppo Coppola, che aveva realizzato la struttura nel 2006 senza però utilizzarla fino a quel momento. «L’intenzione dei soci di maggioranza di Action - riportava il comunicato - è di convincere il principale azionista del Gruppo Coppola a concedere in affitto sociale le 56 stanze e i 30 mini appartamenti a famiglie in attesa di un alloggio popolare». «I tempi di realizzazione dell’operazione», spiegavano gli occupanti «dipendono esclusivamente dalle disponibilità del Gruppo Coppola e dalle sue prospettive che, dopo la tempesta finanziaria e giudiziaria che l’ha investito recentemente, non sembrano eccessivamente floride». Tra gli attivisti che avevano partecipato all’occupazione, 17 sono stati identificati dalle forze dell’ordine e sono finiti a processo per «aver partecipato a vario titolo - si legge nel capo d’imputazione - all’arbitraria invasione e conseguente occupazione (effettuata a fini dimostrativi per evidenziare la precarietà abitativa delle persone extracomunitarie presenti nella Capitale) dell’edificio a uso alberghiero pertinente all’hotel "La Mela", di proprietà della società Risanamento spa». Inoltre gli imputati erano accusati di aver deteriorato lo stabile «in concorso con altri soggetti di varie etnie non identificati», in quanto, «al fine di introdursi arbitrariamente nell’immobile - si legge nel capo d’imputazione - forzavano il portone principale e infrangevano i vetri delle porte finestre dei balconi posti al primo piano». Tutto questo si è tradotto ieri in una condanna a 800 euro per 16 imputati (molti dei quali avevano anche recidiva specifica e reiterata) e nell’assoluzione di un diciasettesimo. Tra i condannati ci sono Giovanna Cavallo, storica esponente di «Action», e Nunzio D’Erme, leader dei «disobbedienti» e dei movimenti per la casa, militante del centro sociale «Corto circuito», ex consigliere comunale indipendente di Rifondazione, che alle elezioni europee del 2004 per pochi voti non ha conquistato un seggio con il partito di Rifondazione Comunista. Nel 2003 il suo nome fece il giro d’Italia per aver organizzato il blitz nel quale scaricò sotto casa di Silvio Berlusconi un quintale di letame. A ottobre del 2014 è finito in carcere per aver partecipato a una rissa contro alcuni militanti di Militia Christi. Ora, all’età di 54enne, fa l’istruttore di nuoto nella piscina comunale del Tufello. Alle amministrative del 2013 si dissociò dalla scelta pro-Marino del Pd per sostenere Sandro Medici come candidato sindaco, mentre alle ultime elezioni ha dichiarato di aver votato Virginia Raggi, sostenendo che il Movimento 5 Stelle è sensibile sulle questioni sociali: dalle battaglie della casa ai servizi, dall’acqua pubblica al reddito.