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Sfregio all'elefantino del Bernini, la procura apre un'inchiesta

L'elefantino in marmo del Bernini danneggiato dai vandali

Nella notte tra domenica e lunedì staccata la zanna dell'opera di marmo. Si indaga per danneggiamento di opera d'arte. La restauratrice della Sovrintendenza: "Potrebbe essere caduta da sola"

Silvia Sfregola
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La Procura di Roma apre un'inchiesta per il danneggiamento dell'elefantino dell'obelisco della Minerva del Bernini avvenuto in piazza della Minerva. Non appena il procuratore aggiunto Roberto Cucchiari riceverà la relazione dei vigili urbani che hanno sequestrato il pezzo della zanna staccata dal monumento partiranno le indagini per danneggiamento di opera d'arte. Al vaglio degli inquirenti anche i filmati delle telecamere presenti nell'area. Intanto mentre la Procura annuncia l'apertura del fascicolo la restauratrice della Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali Federica Giacomini, dopo gli accertamenti sul frammento, solleva dubbi sull'atto vandalico e non esclude del tutto l'ipotesi che il distacco possa anche essere avvenuto da solo. "Non si può escludere l'ipotesi che la punta della zanna dell'Elefantino si sia staccata da sola, ma non è probabilissimo - spiega - Da quello che ho potuto verificare nell'immediato, prima che il reperto venisse posto sotto sequestro, la parte staccata è una vecchia integrazione in malta realizzata negli anni '70, quindi non originale. Come non è originale, del resto, la punta della seconda zanna, quella non danneggiata. Entrambe - spiega Giacomini - erano rotte almeno dalla fine dell'800, stando alle documentazioni fotografiche dell'epoca, e sono state rifatte, come prescrive la scuola di restauro italiana, in malta, materiale meno nobile del marmo, in modo da garantire sia l'armonia generale del monumento, sia la leggibilità dei restauri fatti. Si tratta di parti sporgenti e quindi facilmente soggette a rottura, soprattutto per un monumento collocato all'esterno e non in un museo. Per riattaccare la punta in malta, vengono utilizzati dei collanti sintetici scelti dal restauratore in funzione del peso e della natura del materiale da incollare - sottolinea Giacomini - Poi la frattura viene sigillata con uno stucco che la protegge. Ma sono interventi che non durano in eterno, vanno ripetuti nel tempo". Così la restauratrice solleva dubbi sull'azione vandalica anche se contemporaneamente ammette che sia molto più probabile che il distacco sia stato causato da "qualcuno che ha cercato di arrampicarsi o da una pallonata. Ora aspettiamo l'esito delle analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona" conclude Giacomini.

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