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Omicidio Zioni, assolto il presunto mandante

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Assolto per non avere commesso il fatto: questa la decisione della Corte d'assise d'appello che ha così ribaltato il verdetto dei giudici di primo grado che, nel maggio dello scorso anno, avevano condannato a 16 anni di reclusione, in seguito a giudizio con il rito abbreviato, il quarantaduenne Giuseppe Lo Pinto. L'uomo era accusato di essere il mandante dell'omicidio di Marco Zioni, ammazzato a colpi di pistola nel febbraio del 2012. Si chiude così un capitolo amaro per Lo Pinto. Lo stesso procuratore generale, durante una requisitoria lunga e meticolosa, aveva chiesto l'inasprimento della condanna per l'imputato alla cui pena, sosteneva l'accusa, andava aggiunta anche l'aggravante della premeditazione. Aggravante che avrebbe portato a venti gli anni totali di carcere per Lo Pinto. I giudici invece, dopo una camera di consiglio durata poco più di un ora, hanno ribaltato il verdetto, mandando assolto il nonno del bimbo conteso che sarebbe al centro della lite familiare che costò la vita a Zioni, ucciso mentre si trovava a bordo della sua auto su via di Montepellier, nel quartiere di Montespaccato, a due passi dall'Aurelia. «Sono soddisfatto per l'esito del processo – ha dichiarato il legale di Lo Pinto, l'avvocato Antonio Barbieri – essendo chiaro sin dall'inizio che non era stato organizzato alcun agguato; si trattò di una rissa degenerata in un omicidio, alla quale comunque Giuseppe Lo Pinto, come riconosciuto dalla Corte di assise di appello di Roma, non prese parte». Torna in libertà quindi, dopo una detenzione lunga un paio di anni, il nonno del bambino il cui affidamento aveva messo in forte contrasto le famiglie dei due giovani genitori (20 anni la madre, appena diciotto il padre). Secondo le ricostruzione dell'accusa, smontate dalla sentenza di secondo grado, Lo Pinto aveva rivestito un ruolo fondamentale nella morte di Zioni. Intanto segue il suo corso il processo con il rito ordinario per l'omicidio di Montespaccato per cui sono alla sbarra Marco Lo Pinto (figlio di Giuseppe), Domenico Gambacurta, Tiziano Gambacurta e Massimiliano Gambacurta accusati di aver organizzato e portato a compimento l'omicidio, materialmente eseguito da Massimiliano Gambacurta.

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