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Addio a "Roma Metropolitane", la giunta Raggi chiude l'azienda

L'assessore Meleo: "Basta con gli sprechi". La decisione sul futuro della società partecipata e dei dipendenti sarà discussa domani nel corso di un Consiglio straordinario

Vincenzo Bisbiglia
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Chiudere Roma Metropolitane e valutare se esistono le condizioni per interrompere il rapporto contrattuale con i costruttori della Metro C. Un'Assemblea Capitolina straordinaria convocata quasi d'urgenza, al termine della quale molto probabilmente verrà chiesto alla Giunta guidata da Virginia Raggi di liquidare l'azienda che da oltre 10 anni funziona da stazione appaltante per le grandi opere trasportistiche in città. Non ultima la linea C della metro, appunto, fra inchieste penali, contabili e da poco anche dell'Anac, ritardi sulla tabella di marcia di almeno 6 anni, extracosti pari a oltre 600 milioni di euro e contenziosi pregressi e in corso, fra parte privata e pubblica, che raggiungono il miliardo di euro. Secondo l'assessore alla Mobilità, "Roma Metropolitane non ha raggiunto gli obiettivi strategici per la quale era stata creata” e dunque "è ora di dire basta agli sprechi". È per questo che l'aziende capitolina guidata da Paolo Omodeo Salè potrebbe essere liquidata - necessitava di una ricapitalizzazione di appena 4 milioni di euro - e le sue funzioni trasferite o a Roma Servizi per la Mobilità oppure direttamente al Dipartimento capitolino Trasporti. Domani, "ci sarà anche un consiglio comunale straordinario - spiega Meleo - che in questi anni non ha svolto come doveva il suo lavoro, non centrando i suoi obiettivi strategici". E ancora: "Vogliamo lanciare un'operazione verità e raccontare ai cittadini cosa è successo in tutti questi anni. Ma soprattutto vogliamo guardare al futuro e annunciare le nostre intenzioni su questa partecipata. Mai più bugie e prese in giro per i cittadini ma legalità e trasparenza". A quel punto, bisognerà ragionare anche sul destino del contratto per la realizzazione della linea C, che con l'attuale Consorzio (composto da Vianini Gruppo Caltagirone, Ansaldo Finmeccanica, Astaldi Sts, Ccc e Cmb) si può sciogliere entro il 31 dicembre 2016 come previsto nelle pieghe dell'atto attuativo firmato il 9 settembre 2013 dalla giunta Marino. Se quest'ultimo caso si dovesse verificare, che fine faranno i cantieri? E il contenzioso da quasi 400 milioni depositato presso il Tribunale Civile di Roma?

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