CAOS TRASPORTI
A Roma lo spreco viaggia sulla Metro C
Non si ferma lo spreco intorno alla Metro C. L’Atac, infatti, sta spendendo ben 6,5 milioni di euro l’anno per appaltare all’esterno la manutenzione della linea verde, quando potrebbe internalizzare le risorse e abbattere i costi di due terzi, risparmiando circa 4,4 milioni. Un processo che l’azienda capitolina aveva intenzione di intraprendere in questo 2016, salvo poi perdersi nei meandri delle guerre interne e delle lungaggini burocratiche. Uno studio molto dettagliato presentato ai vertici aziendali nell’aprile di quest’anno dimostra come l’eventuale assunzione dei sistemisti e dei manutentori che già lavorano intorno alla linea avrebbe prodotto vantaggi immediati rispetto agli interventi sul materiale rotabile (747.000 euro), sul complesso sistema software Act (1.690.000 euro) ed alle Porte di Banchina (215.000 euro). Sarebbe stato sufficiente assumere 41 persone (6 sistemisti e 35 operai qualificati) per portare Atac a gestirsi autonomamente entro il primo maggio 2017, ovvero al termine del periodo di formazione e di affiancamento. Ad oggi, i due servizi principali vengono svolti dalle società Hitachi Rail e Ansaldo Sts, che tra l’altro fa parte del Consorzio di costruttori che ha realizzato l’intera linea. Già a febbraio le proiezioni dei tecnici capitolini indicavano un eventuale risparmio del 28% rispetto alla manutenzione dei treni e addirittura del 63% rispetto a quella dei sistemi informatici. Un problema che comunque si è iniziato già a porre, dato che il 28 giugno scorso è scaduta la manutenzione del Sistema Atc prevista dal contratto con il Consorzio Metro C, mentre dal 30 ottobre scorso sono ben 9 i convogli a cui Atac deve pensare autonomamente (la manutenzione sugli ultimi 4 scadrà il 20 febbraio prossimo). Il piano industriale approvato a luglio 2015 prevedeva un concorso ad hoc per sistemisti e operai. Ma secondo l’ex dg Marco Rettighieri, ci sarebbero voluti comunque affidamenti diretti che durante la sua gestione erano di fatto banditi: «Non c’erano concorsi da fare, ma gare pubbliche. Io ho rigettato qualunque proposta di andare a trattativa privata ed ho sempre denunciato questi tentativi». Il tema della manutenzione della linea C non è di secondaria importanza. La gestione costa ad Atac circa 40 milioni di euro l’anno e finora è stata svolta in maniera impeccabile, con più del 99% delle corse andate a buon fine. Qualcosa però è iniziato a cambiare da quando il problema dell’usura delle ruote si è fatto più serio. La direzione metroferro sta preparando un dossier dove si evidenziano i danni provocati dalla non contabilità fra le ruote e i binari. Su iniziativa di Roma Servizi per la Mobilità, è al lavoro un robot di ultima generazione che sta analizzando i raggi di curvatura e le carenze progettuali e da quello che sta emergendo pare ci siano danni anche alle rotaie. Un problema che potrebbe spingere a breve l’Atac a chiedere un cospicuo risarcimento al Consorzio Metro C ed ai progettisti della linea, possibile casus belli che permettere alla Giunta Raggi di interrompere il rapporto contrattuale con i costruttori all’iminente scadenza.