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Così Buzzi organizzava la "Champions League" dei rifiuti

Valeria Di Corrado Andrea Ossino
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«La cosa carina è che stiamo facendo la gara con il presidente del Real Madrid». Salvatore Buzzi ride al telefono, mentre parla con l'ex direttore generale di Ama Giovanni "Nanni" Fiscon. Capita di sorridere, quando si prospetta l'opportunità di lavorare insieme a un imprenditore internazionale della caratura di Florentino Pérez Rodríguez, il patron del club calcistico più titolato del mondo, o con la FCC, il Gruppo Fomento de Construcciones y Contratas, la prima società spagnola nel settore delle costruzioni, uno degli "international contractors" maggiori al mondo. È una linea capace di collegare Siracusa a Roma, passando per l'Olanda e la Spagna, quella che è possibile ricostruire leggendo attentamente gli atti della maxi inchiesta Mafia Capitale. Che l'Ama e il business legato ai rifiuti entrassero nelle mire del "mondo di mezzo", è un'ipotesi che i pm capitolini indicano da tempo. Ma, a quanto pare, l'orizzonte del presunto sodalizio non conosceva confini. Erano da poco trascorse le 11 del mattino del 29 dicembre 2012 quando Salvatore Buzzi risponde al telefono. Dall'altro lato della cornetta c'è Giovanni Fiscon. L'ex dg di Ama, dopo aver ringraziato il ras delle cooperative per aver ricevuto una sciarpa in dono, chiede al patron della 29 giugno: «Ma ti sei messo cò i... ho visto un elenco di ditte del, dell'estero?». La risata dei due nasce spontanea. Così Buzzi risponde: «Che ca..o stanno a fà ? ...c'hanno contattato per il trasporto via terra... degli spagnoli, no?». Chi sono «gli spagnoli» lo rivela Fiscon: «si, si, FCC, ho visto». E Buzzi: «La cosa carina è che stiamo facendo la gara con il presidente del Real Madrid, quindi se va bene vado a vedere la partita davvero, è il presidente del Real Madrid». L'ipotesi di partecipare a una gara per la gestione dei rifiuti insieme al colosso delle costruzioni fa girare la testa anche ai due interlocutori. Fiscon: «Li conosco bene l'FCC, oh, ma FCC è un gigante, aho, è un gigante». E Buzzi chiede: «Ma perché hanno cercato a noi, non ci potevamo fare tutto da solo? Questo non l'ho capito, bho... perché loro, dice, il trasporto a terra non lo fanno, se eravamo interessati noi, gli ho detto: "va bè, siamo interessati". Poi non pensavamo che era una gara così grossa, però , bho». Buzzi sa di essere seduto al tavolo degli appalti con i più grandi imprenditori. Così esclama: «andiamo contro Cerroni, non mi sembra...». E Fiscon: «e certo, e vai vaso... vaso di coccio... sò tutti giganti». Come dice il patron della 29 Giugno, la vicenda «è carina». Anche perché Buzzi affermava di non sapere perché un gigante come la Fcc abbia bisogno di chiedere una mano alla sua cooperativa che, seppur grande, non era abituata a competitors di tal tipo. Per cercare una prima risposta, forse, è necessario oltrepassare lo stretto di Messina e raggiungere Siracusa. Qui, almeno dalla metà del 2000, arrivano anche gli interessi di Riccardo Mancini, ex ad di Eur spa che con Buzzi aveva frequenti rapporti: anche perché l'uomo delle coop, intercettato mentre parlava con Massimo Carminati, aveva spiegato di chiamare «il maialotto per pagarci la fattura che mancava all'appello». All'ombra dell'isola di Ortigia, Mancini avrebbe già avuto rapporti con la Fcc. Inchieste giornalistiche avevano già svelato infatti che due società riconducibili a Mancini , la TREERRE e la SO.GE.RI, insieme a un'associazione temporanea di imprese capitanata dal colosso spagnolo Fcc, erano riuscite ad aggiudicarsi l'appalto per lo smaltimento dei fanghi accumulati dal 1984 al 1991 nel depuratore siracusano gestito dalla IAS, Industria Acqua Siracusana, una Spa posseduta al 65% da un ente pubblico (il Consorzio ASI di Siracusa che in seguito venne commissariato) e da partner minori, sia pubblici che privati. Si trattava di una gara d'appalto da 28 milioni, divenuta ben presto da 64 milioni di euro in quanto, la definizione dell'oggetto, era stata trasformata, dopo l'intervento di un consulente della procura aretusea, da «rifiuti non pericolosi», a fanghi «cautelativamente pericolosi». Così tra il 2010 e il 2013 i bacini del depuratore furono svuotati, e i fanghi furono trasferiti dal polo petrolchimico di Priolo a Rotterdam. In Olanda infatti la Fcc possiede una linea di trattamento per rifiuti che consente al colosso delle costruzioni di recuperare i residui del trattamento e riutilizzarli come materiale per l'edilizia. Buzzi, stando alle intercettazioni, voleva entrare nel giro dei rifiuti che arrivano in Olanda. Cosi il 13 dicembre del 2012, riceve una telefonata da Quintilio Napoleoni, direttore tecnico del Consorzio Raccolta Differenziata Roma. Buzzi chiarisce: «il problema è questo.., se dal 1° gennaio in discarica a Malagrotta non entra più un rifiuto non trattato, il rifiuto non trattato, come per Napoli, va spedito all'estero (...) mi devi di' questo qui è interessato a fa st'operazione o no? - chiede l'uomo delle coop riferendosi a una terza persona non identificata - non deve fa' caca' dubbi...il rifiuto si prende da Rocca Cencia si porta a Civitavecchia si imbarca sulla nave, la nave lo porta in Olanda e l'Olanda lo lavora».

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