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Nuovo orario di lavoro Sabotata l'auto del dg

Grazia Maria Coletti [email protected] Squarciate le ruote dell'auto aziendale del direttore generale del San Camillo Forlanini. Stessa sorte è toccata alla vettura di un coordinatore della...

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Squarciate le ruote dell'auto aziendale del direttore generale del San Camillo Forlanini. Stessa sorte è toccata alla vettura di un coordinatore della stessa azienda ospedaliera a Monteverde. Il doppio sabotaggio non sarebbe un atto vandalico qualsiasi. Piuttosto da inquadrare nel clima rovente legato alla definizione del nuovo orario di lavoro, che scatta con il recepimento della direttiva comunitaria sui carichi di lavoro che devono garantire e tutelare, sia medici e infermieri che pazienti. Alla resa dei conti, si è arrivati con più di 10 anni di ritardo. Non sono ammesse più deroghe alle 12 ore e 50 minuti consecutivi nelle 24 ore, con 11 ore di riposo tra un turno e l'altro. Da qui caos e proteste, dal Sud al Nord d'Italia. Ma al San Camillo Forlanini, la protesta sarebbe andata già un bel po' oltre. «Se qualcuno voleva dirmi qualcosa poteva farlo attraverso le vie istituzionali» commenta a caldo il dg del San Camillo Forlanini, Antonio D'Urso, con la doverosa premessa che nulla è stato ancora accertato sull'accaduto. Ma i fatti sono confermati. «Mi ha chiamato l'autista informandomi che le quattro gomme della vettura dell'auto di servizio in uso alla direzione generale erano state squarciate - conferma D'Urso - Ed è stata danneggiata anche l'auto di un coordinatore». Quando è successo non si sa. «La macchina era rimasta parcheggiata nello stesso punto da venerdì - racconta il dg - lunedì non è stata usata. Ovviamente - conclude - ho sporto denuncia». I nodi al pettine del nuovo orario di lavoro, imposto dal recepimento della normativa europea, arrivano con due sabotaggi? «Cosa vuole che le dica? - risponde D'Urso - Se è così mi dispiace che chi dissente non lo faccia apertamente». Sul tema caldissimo le Rsu del San Camillo Forlanini hanno deciso di sentire la base con un referendum. Il Nursind ha già scelto il suo «profilo orario» raccogliendo firme reparto per reparto, spiega Stefano Barone, segretario aziendale e provinciale Nursind perché, dice «è vero che c'è fame di personale ma intanto non possiamo rischiare di andare sotto i livelli assistenziali e dobbiamo continuare a vivere». La resa dei conti è arrivata. Per evitare le multe il Parlamento ha finalmente rispristinato, anche per la sanità pubblica, le regole del diritto comunitario già in vigore per tutti gli altri lavoratori. Dal 25 novembre va pienamente applicata la direttiva europea 88/2003 sull'orario di riposo e di lavoro dei medici (e sanitari) dipendenti. Al banco di prova si è arrivati con 13 anni di ritardo . Queste deroghe italiane, volute da due governi diversi (Prodi prima e Berlusconi dopo) sono servite ad evitare l'erogazione di sanzioni amministrative (multe) all'Italia, e sono la conseguenza degli asfittici organici sanitari delle ASL italiane che mediamente non consentivano il rispetto della giusta e doverosa normativa comunitaria. Giusta sia per i medici che per i pazienti. Per i medici, per evitare errori legati alla stanchezza, con conseguenti azioni legali di rivalsa, da parte degli assistiti. Per i pazienti, che hanno tutto il diritto di ricevere prestazioni mediche eccellenti da parte di medici non stressati dal lavoro.

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