Luigi Nieri, vicesindaco con la passione per le okkupazioni
Mamma emiliana e papà toscano, Luigi Nieri è nato a Roma nel 1954. Più piccolo di tre fratelli, frequenta un istituto tecnico industriale negli anni della contestazione studentesca. Nel 1977 si sposa con quella che lui stesso definisce sul proprio sito "una compagna nelle lotte che hanno caratterizzato tutta la mia giovinezza" e che gli darà due figli. Nel 1989 si candida alle comunali di Roma nelle liste dei Verdi. Sono le elezioni che incoronano sindaco Franco Carraro e Nieri diventa consigliere di opposizione. Alla fine di quell'esperienza decide di non ricandidarsi e si dedica alla costruzione del Casale Podere Rosa "uno spazio per la sperimentazione di pratiche di altra economia, tutela del territorio e sostegno alle energie pulite". Nel 1998 (seconda giunta Rutelli) torna a candidarsi come indipendente nella liste di Rifondazione Comunista e diventa presidente della Commissione Ambiente. Nel 2001 viene rieletto, sempre per Rifondazione, e diventa assessore alle Politiche per le Periferie, per lo Sviluppo Locale, per il Lavoro nella prima Giunta Veltroni. Nel 2005 decide di fare il "salto" in Regione. Sempre in quota Rifondazione diventa assessore al Bilancio, programmazione economico-finanziaria e partecipazione della prima giunda Marrazzo. Nel 2008 lascia il PRC e aderisce a Sinistra Ecologia Libertà. Per il partito di Nichi Vendola è capogruppo in Consiglio Regionale (2010) e decide di partecipare alle primarie del centrosinistra per il Campidoglio (2013). Nessuna sfida con Ignazio Marino però, il governatore della Puglia gli chiede di ritirarsi e Nieri molla. La vittoria del sindaco "marziano" gli consegna un posto da vicesindaco. Fino ad oggi. Quel feeling con le okkupazioni Non è la prima volta che si parla delle dimissioni di Luigi Nieri. Il vicesindaco era già finito nel mirino per i suoi "rapporti pericolosi" con la leader del Comitato popolare di lotta per la casa, Maria Giuseppa Vitale. Ma l'esponente di Sel era stato anche processato, e assolto, dall'accusa di resistenza a pubblico ufficiale durante una manifestazione a piazza Vittorio.