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A Marino residenti in piazza contro l'arrivo degli immigrati

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Continuano le proteste. Cittadini in preda a rabbia e dispiacere: "Non siamo in grado di gestire un'emergenza così grande"

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La rabbia e la paura che a Marino arrivino a sorpresa gli immigrati non si placa. Diversi cittadini si sono ritrovati in piazza per contestare la decisione della Prefettura di trasferire un'ottantina di immigrati nelle palazzine popolari nel quartiere Paolina. Soltanto pochi giorni fa, 8 appartamenti destinati a 78 migranti sono stati distrutti. Nella notte ignoti hanno rotto i vetri e demolito tutto ciò che era all'interno: letti a castello, termosifoni, fornelli e mobilio. Ormai gli alloggi sono invivibili e adesso è probabile che l'arrivo degli extracomunitari, che a quest'ora sarebbero già stati trasferiti a Marino, sia momentaneamente rinviato. Da indiscrezioni, sembrerebbe che la Prefettura stia cercando soluzioni diverse dopo che tutti gli appartamenti sono stati resi di fatto inagibili. Ciononostante l'ente territoriale ha fortemente stigmatizzato "questi comportamenti improntati all'egoismo sociale, alla violenza, al razzismo, che rischiano di far ricadere sull'intera collettività locale, un'immagine fortemente negativa”. Dunque, la situazione rimane incandescente e i residenti di via Cesare Colizza 55, a soli 30 chilometri da Roma, non intendono arretrare di un solo passo nonostante l'allarme sembrerebbe essersi affievolito. Molti cittadini hanno chiesto manforte anche alla stessa amministrazione comunale che si è resa disponibile ad affiancarli nella loro lotta. "Non un caso di razzismo ma paura". Perciò ancora una volta la gente è in piazza per opporsi a decisioni calate dall'alto: "Non siamo razzisti - dice Roberto - abbiamo paura per la nostra sicurezza e per le nostre donne e non siamo in grado di gestire un'emergenza così grande". Le persone sono stremate, preoccupate anche perché si trovano tra l'incudine e il martello: da una parte non vogliono passare per razzisti e dall'altra sono convinti che trasferire questi immigrati in un condominio dove vivono famiglie con bambini, donne in gravidanza e anziani non sia una soluzione accettabile. Inoltre la strada dove si trovano le palazzine è priva d'illuminazione pubblica e mancano i marciapiedi. Le abitazioni sono state affittate dalla società proprietaria Flavia Srl, alla cooperativa RTI Tre Fontane-Senis Hospes che si è aggiudicata un bando di gara del ministero degli Interni. Marco Comandini è da sempre vicino ai residenti: "Vogliono soltanto vivere la loro vita tranquillamente - dice - queste palazzine non sono strutture idonee ad accogliere gli extracomunitari. Riteniamo necessario trovare soluzioni alternative".

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