Case dell’orfanotrofio Affitti «in saldo» e giro di nomine
Affitti «al ribasso» all’Isma Santa Maria in Aquiro, una delle tante Ipab regionali con patrimoni immensi e, curiosamente, casse quasi sempre in rosso. Ad esempio, il caso eclatante di un appartamento del S. Maria, a piazza Navona per il quale l’inquilino vanta una morosità record di 273.125 euro. Esempi di affitti, come dire «passivi» ce ne sono a volontà, in molti casi si utilizza la formula dei «lavori di ristrutturazione» effettuati a "riscatto" del canone, in alcuni casi tali lavori non risultano nella documentazione. C’è tuttavia dell’altro. È il caso di quattro inquilini dell’immobile in via del Seminario 102. Canoni pagati: 124 metri quadrati a 709,86 euro; 169.12 metri quadrati a 638,11 euro; 66,21 metri quadrati a 303,13 euro; 160 metri quadrati a 560,68 euro. Cifre risibili, considerato che questi importi corrispondono alla locazione di una stanza in zona universitaria o un piccolo appartamento all’estrema periferia della Capitale. Qui siamo in pieno centro. A due passi dal Pantheon. Uno «schiaffo» insomma, del quale i vertici dell’Isma se ne sono accorti, dando mandato ai tecnici di verificare e rivalutare la congruità delle pigioni. Detto fatto. Avviate le procedure di sfratto si decide di andare a trattativa. I canoni stabiliti dai tecnici dell’Ente sono molto più realistici, indicano come congrui affitti per 124 metri quadrati 2.613,56 euro; per 169,12 metri quadrati 3.551,30 euro; per 66,21 metri quadrati 1.390,56 euro e per 169,12 metri quadrati 3.551,50 euro. Si provvede dunque al mandato legale per avviare le azioni di sfratto per finita locazione. Avviene però qualcosa, forse un ritardo, forse un difetto di notifica, invece dello sfratto, adducendo che gli inquilini erano convinti del tacito rinnovo nonostante la disdetta, si apre una trattativa che si chiude poi «per venire incontro alle necessità dell’istituto di mettere ad adeguato reddito gli immobili in zona centrale». Come? Di fatto concedendo uno sconto di circa mille euro sul canone stabilito dall’Ente. Risultato: gli inquilini pagano di più ma sempre cifre inferiori rispetto a quanto sarebbe dovuto. Una gestione complessa, quella del Santa Maria d’Aquiro che ha cambiato i vertici. Poco meno di un anno fa, a seguito delle dimissioni del presidente dell’Isma, Guido Magrini, viene nominato al suo posto Massimo Pompili, pezzo da novanta del Pd romano, ex consigliere comunale, vicepresidente della Regione con Marrazzo, eletto alla Camera nel 2008. Un politico di razza dunque che a gennaio propone una modifica al Regolamento degli Uffici e dei Servizi. Modifica immediatamente approvata, pubblicata e resa esecutiva. All’articolo 16 si introduce la possibilità di nominare un Segretario Generale esterno». Il testo precedente invece prevedeva che quelle stesse funzioni venissero svolte dal «dirigente in servizio di ruolo presso l’Ente». Una nuova modifica al regolamento avviene poi il 10 marzo, ma non tocca il nuovo articolo 16. Dopo solo tre giorni il Cda dell’Ente approva il «conferimento dell’incarico di Segretario generale degli Isma al dott. Sergio Basile». Si tratta dell’ex capo di gabinetto dell’allora sindaco Alemanno, magistrato della Corte dei conti. Il vicepresidente del Santa Maria è invece Salvatore Doddi, candidato più volte con l’Idv. È la politica dunque a metterci la faccia. Anche sugli affitti.