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Antialcol, anche a Ostia bevute a «zerogradi»

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Stop a vendite da asporto dalle 22, divieto di bere in strada dalle 24 e dalle 2 anche al chiuso

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Non si potrà bere più una bottiglia di birra in strada, dopo la mezzanotte, neanche ad Ostia. Dopo Trastevere, San Lorenzo, Campo de'Fiori, Ponte Milvio, Pigneto, Testaccio, Celio, Monti e via del Commercio ad Ostiense, toccherà anche ad Ostia la stretta sull'alcol nelle notti d'estate. Il sindaco Marino si appresta in queste ore a firmare l'ordinanza che era stata annunciata per i primi giorni di giugno e aggiunge un altro quartiere della movida alla lista di quelli già presenti nel testo al quale ha lavorato in queste settimane l'assessore capitolino al commercio, Marta Leonori. Le anticipazioni raccontano di un provvedimento che durerà fino al 31 ottobre, sette giorni su sette, e riguarderà anche le manifestazioni dell'estate romana, una novità rispetto alla precedente ordinanza firmata dall'ex sindaco Alemanno. In pratica, non si potrà più bere una birra, un cocktail o un bicchiere di vino a partire dalla mezzanotte su tutte le strade indicate nel testo dell'ordinanza, senza alcuna eccezione per quelle ricadenti nelle manifestazioni più caratteristiche dell'estate romana. Ma dalle 22 scatterà anche il divieto di vendita da asporto e l'anti vetro. Tradotto: si potrà entrare in un locale, pizzeria al taglio, bar, e consumare lì dentro oppure nelle aree di pertinenza (come i tavolini fuori). In alternativa, fino alla mezzanotte, ci si potrà far versare in un bicchiere di plastica il contenuto della bottiglia di vetro e uscire a fare due passi. Questo divieto di asporto è stato voluto, in particolare, per contrastare il fenomeno della vendita di birra e altre bevande alcoliche nelle frutterie e nei minimarket gestiti dagli stranieri, che spesso rimangono aperti tutta la notte e diventano luoghi di approvvigionamento di alcol. Gioco forza, riguarda però anche le centinaia di attività artigianali, come pizzerie al taglio, che molto spesso servono anche birra o vino accanto alla pizza o al supplì e che proprio come le frutterie straniere, dalle 22 non potranno più vendere alcolici in bottiglia da asporto. Motivo per cui la Cna di Roma, che conta tra gli associati il maggior numero di attività artigianali nella Capitale, ha chiesto che il divieto non riguardi quelle attività che hanno la cosiddetta licenza con somministrazione assistita: il classico punto di appoggio per fermarsi a sorseggiare una bevanda insieme alla birra o al panino. Anche all'interno dei locali, però, la somministrazione di alcol non sarà no-stop. Non sarà più possibile consumare alcolici al bancone o ai tavolini dalle 2 di notte, vale a dire un'ora prima rispetto l'orario già stabilito dalla normativa nazionale. L'ordinanza solleva qualche malumore tra i residenti, che volevano il divieto di consumo di alcol su aree pubbliche dalle 22, ma trova sostanzialmente d'accordo le associazioni degli esercenti. A partire da Fabio Spada, presidente Fipe-Confcommercio: «L'impianto generale, se così confermato, ci soddisfa, fermo restando che siamo contrari ad ogni forma di proibizionismo e che vorremmo che questo fosse l'ultimo anno in cui si parla di ordinanze». Anche Fabio Mina, presidente della Lupe Roma che vinse al Tar contro l'ordinanza anti alcol firmata Alemanno, stavolta si dice soddisfatto. «Sono state accolte alcune delle nostre osservazioni in merito al divieto di consumare alcolici e di vendita da asporto. In particolare, la stretta su frutterie e minimarket che condividiamo».

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