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Mano tesa agli alunni in difficoltà

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Ripetizioni e doposcuola per i bambini. Ma c'è anche un gruppo teatrale

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In un territorio dove vivono oltre 30.000 persone «c'è veramente molto da fare». Sono queste le prime parole bonariamente pronunciate da don Patrizio Milano, da ben 16 anni a capo della parrocchia Santa Maria di Loreto a Lunghezza, estrema periferia orientale della Capitale. Ed effettivamente «c'è molto da fare», in special modo da quando la popolazione, negli ultimi 10 anni, si è moltiplicata e da quando a cercare di dare risposte concrete alle esigenze delle persone, le più diversificate, non c'è che la parrocchia, unico centro propulsivo e aggregativo dell'intero quartiere, unica risorsa «in grado di sopperire alla totale assenza dello Stato». Questa zona infatti, come la quasi totalità delle periferie romane, è caratterizzata dalla carenza di servizi - scarsa illuminazione, poche attività sociali, collegamenti difficili, manutenzione altalenante - e da disagi sociali che spesso sfociano nella microcriminalità. Il ceto sociale è di livello medio/basso, in prevalenza operaio «con un basso livello di istruzione e pochi laureati». Su questo punto in particolare la parrocchia cerca di fare da deterrente per l'abbandono degli studi, con corsi di ripetizione scolastica pomeridiani e un vero e proprio doposcuola per i bambini. Don Patrizio, infatti, da molto tempo porta avanti la sua duplice «mission»: garantire al quartiere una dimensione culturale e, allo stesso tempo, curare il lato spirituale. Per quel che riguarda il primo punto, tra le varie attività non può mancare il gruppo teatrale, chiamato «Luci nella notte», che mette in scena rappresentazioni durante tutte le stagioni dell'anno. Ma il vero fiore all'occhiello della comunità sono i numerosi gruppi di preghiera tra cui i ragazzi di «Rinnovamento nello spirito» e la «Comunità di Maria», entrambi gruppi di preghiera carismatica, molto attivi e molto apprezzati. Il primo, in particolare, ha partecipato domenica al grande raduno con Papa Francesco all'Olimpico. Ai gruppi di preghiera e alle varie attività si affiancano ovviamente le catechesi e le attività di preparazione ai Sacramenti che vantano una partecipazione quasi da record a Roma: solo quest'anno «abbiamo avuto ben 120 prime Comunioni». Un numero davvero elevato che dimostra come la pietà popolare sia ben radicata da queste parti, nonostante le difficoltà quotidiane. Oltre a quelle spirituali e ricreative, non possono mancare le attività di carità: «Ogni 15 giorni - spiega don Patrizio - insieme ai volontari della Caritas, diamo un piccolo aiuto offrendo vestiti e alimenti». Mentre per gli anziani e i parrocchiani con problemi di salute «organizziamo visite a casa». E ancora, il gruppo «La Sorgente» coinvolge tutte le fasce d'età del territorio e propone itinerari di incontri per affrontare varie tematiche di attualità, così come il Gruppo giovani Castelverde (GGC). Le attività di quest'ultimo «sono molto varie e prevedono di volta in volta attività manuali/ricreative, ma anche momenti di ascolto e confronto sincero. Sono momenti di riflessione e preghiera, ma non mancano ùesperienze di svago e divertimento, con tanto di uscite fuori dai confini parrocchiali». I numerosi ragazzi disabili che prendono parte a questo gruppo sono solo un esempio del grande spirito comunitario di questa parrocchia, a riprova del fatto che, facendosi carico delle esigenze di tutti e arrivando dove le istituzioni latitano, le parrocchie possono essere un vero punto di riferimento (e di salvezza) per le periferie.

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